Al ballottaggio in Georgia per l’ultimo seggio in palio vince Warnock. I democratici ampliano così la maggioranza al Senato. Sconfitto il repubblicano sostenuto da Trump.
Nel frattempo la Trump Organization è stata riconosciuta colpevole di reati per frode fiscale.
Il senatore uscente della Georgia, il democratico Raphael Warnock, è stato riconfermato dagli elettori statunitensi nel ballottaggio tenutosi ieri nello Stato. Come era stato anche al primo turno durante le elezioni di metà mandato, in cui nessuno dei candidati aveva raggiunto la maggioranza dei voti, ancora una volta c’è stato un testa a testa. Alla fine a essere premiato nelle urne è stato il pastore protestante. Con lo scrutinio al 99%, il primo ha vinto con il 51,4% dei voti contro il 48,6% del repubblicano Herschel Walker, sostenuto dall’ex presidente Donald Trump.
“Dopo una campagna combattuta duramente, o forsei dovrei dire campagne, è un onore per me pronunciare le parole più potenti che ci siano in democrazia: il popolo si è espresso”, la prima dichiarazione di Warnock commentando la vittoria con i suoi sostenitori in festa. Anche lo sconfitto Walker ne ha riconosciuto il risultato.
Il verdetto in Georgia permette così al partito democratico non solo di consolidare la maggioranza, che già avevano ottenuto al Senato dopo le elezioni di metà mandato di novembre, ma anche di allargarla rispetto a quella avuto dal 2021 che contava 50 seggi più il voto della vicepresidente Usa Kamala Harris. A partire dal 3 gennaio saranno infatti 51 i senatori del partito dell’asinello sui 100 totali, contro i 49 del partito dell’elefante. Non più necessario, dunque, il soccorso di Harris, né quello del senatore indipendente centrista Joe Manchin, che pur essendo vicino ai dem, non disdegnava di votare anche per i repubblicani di tanto in tanto.
Con l’avvio della nuova legislatura nel nuovo anno, il Congresso non sarà più controllato interamente dai dem. La Camera dei rappresentanti è infatti in mano repubblicana con la maggioranza fatta di 222 deputati, quattro in più della metà strettamente necessaria. Questo vuol dire che l’agenda politica del presidente in carica Joe Biden sarà messa a dura prova dal probabile ostruzionismo dei repubblicani.
Nel frattempo sul fronte repubblicano inteso in senso allargato, ci sono novità importanti – e negative – per Donald Trump. Una giuria di New York ha riconosciuto la Trump Organization come colpevole di tutte le accuse che erano state mosse per uno schema di frode fiscale durato 15 anni. Il verdetto è arrivato ieri, dopo due giorni di camera di consiglio, nel corso di un processo penale nei confronti dell’impresa del tycoon. La sentenza è prevista per il 13 gennaio prossimo. La holding rischia una ammenda fino 1,7 milioni di dollari.
Le accuse, è bene precisare, non riguardavano direttamente l’ex presidente, né i suoi figli. L’imputato è stato Allen Weisselberg, ex direttore finanziario della società, dichiaratosi poi colpevole. Non un bel ritorno pubblicitario comunque per l’immagine dell’imprenditore miliardario, visto che l’organizzazione sotto processo porta il suo nome e è stata da lui gestita per decenni, decretandone una fama globale.
Infine c’è da chiedersi quali ripercussioni avrà questa vicenda giudiziaria sulle elezioni presidenziale del 2024 in cui Trump si è ricandidato. All’orizzonte poi ci sono altre inchieste che lo coinvolgono e da cui dovrà difendersi se non vuole essere affossato prima ancora dell’avvio della nuova campagna.
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