Troppo Facebook fa male. È quanto hanno dimostrato i ricercatori della Oxford University e della Bloomberg School of Public Health in uno studio che mette in relazione l’uso del social network con il benessere psico-fisico personale. I social e la vita online sono ormai una componente essenziale delle relazioni interpersonali e nei rapporti sociali ma ha anche un impatto sul singolo, o meglio sulla qualità della vita della singola persona. Al centro dello studio, pubblicato du PubMed, c’è proprio il grado di benessere di ognuno di noi e l’influenza che Facebook avrebbe, calcolato non solo sulla qualità dell’uso ma soprattutto sulla quantità. Il risultato non è molto confortante: più tempo passiamo su Facebook, più male facciamo a noi stessi, peggiorando il nostro benessere.
Lo studio ha preso in considerazione per due anni 5.208 adulti, analizzando diversi fattori oggettivi del benessere, partendo dal grado di soddisfazione personale e passando a dati più empirici come la salute mentale, fisica e l’indice di massa corporea. Dei soggetti hanno preso in considerazione anche l’uso di Facebook, in particolare dei Like, degli aggiornamenti di stato e link condivisi.
“I nostri risultati hanno dimostrato che, nel complesso, l’uso di Facebook è stato associato negativamente con il benessere“, è la conclusione dello studio.
Più è il tempo trascorso su Facebook, così come maggiore è il numero dei Like e dei post, più si riducono i fattori della salute psico-fisica e della soddisfazione di vita, in un range che va dal 5% all’8%.
“Anche se siamo in grado di dimostrare che l’uso di Facebook sembra portare a una diminuzione del benessere, non possiamo dire come ciò si verifichi”, specificano i ricercatori. Per la prima volta, lo studio indica nel tempo di utilizzo un fattore determinante, a differenza di quanto già avvenuto con altre ricerche che identificano solo il modo di uso come elemento scatenante.
In particolare, concludono i ricercatori, “l’esposizione a immagini scelte con cura dagli altri porta a un negativo confronto con se stessi”, mentre, “l’enorme quantità di interazione può sminuire esperienze di vita vera, in realtà più significative e non sostituibili“.
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