La Cassazione ha assolto una coppia di Napoli ricorsa alla maternità surrogata in Ucraina. Anche se in Italia la legge 40 punisce coloro i quali si affidano all’utero in affitto, secondo la Corte Suprema chi ne fa ricorso in Ucraina (dove è legale) non commette alcun reato, dunque i due coniugi non sono perseguibili. La pratica dell’utero in affitto è vietata in Italia, ma legale in molti Paesi del mondo.
La coppia in seguito alla diagnosi di sterilità ha preso la decisione di far ricorso all’utero in affitto, così, in Ucraina ha trovato una donna che ha dato il consenso di farsi impiantare gli spermatozoi dell’uomo e gli ovuli da una donatrice sconosciuta. La Procura di Napoli ha però presentato ricorso in quanto i coniugi hanno violato la legge 40 e in più hanno “consapevolmente taciuto” al funzionario consolare dell’ambasciata italiana di Kiev di avere fatto ricorso alla tecnica di procreazione della maternità surrogata. La quinta sezione penale ha bocciato il ricorso del pm partenopeo. Secondo la Corte di Cassazione il reato non sussiste in quanto in Ucraina la pratica è del tutto legale. In Italia, la nascita del piccolo Tobia, figlio di Nichi Vendola e Eddy Testa aveva riacceso il dibattito sulla pratica dell’utero in affitto che divide la sinistra italiana.
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