Secondo un nuovo rapporto Aifa, si stimano 18 reazioni gravi ogni 100 mila dosi somministrate di vaccini anti Covid.
Secondo un nuovo rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco, le reazioni avverse al vaccino anti Covid – considerando il secondo trimestre del 2022 – ammonterebbero a 18 su 100 mila dosi somministrate. Ecco i dati emersi dal rapporto di famarcovigilanza sui vaccini contro il Coronavirus.
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il dodicesimo rapporto di farmacovigilanza sui vaccini utilizzati per contrastare il Covid, nel quale emerge un quadro relativo alle segnalazioni delle reazioni avverse post-vaccinazione.
Dai dati che emergono dal rapporto, dunque, si evince che, nel secondo trimestre del 2022, le reazioni avverse segnalate, dopo la somministrazione della prima dose, sono maggiori, se comparate a quelle delle dosi successive e alla quarta dose.
Guardando ai numeri nello specifocco, sono il 18,1% le reazioni gravi registrate ogni 100 mila dosi somministrate. Le reazioni avverse – come sottolinea lo stesso rapporto – sono state registrate, nella maggior parte dei casi, nella giornata in cui è stata somministrata la dose o il giorno seguente, pertanto rappresentano, in sostanza, il 71%.
In casi rari, invece, si è presentata oltre le 48 ore, a prescindere dalla tipologia di vaccino e dalla dose che è stata somministrata al paziente.
Per quel che concerne i dati nel dettaglio, nel secondo trimestre del 2022, sono state registrate 471 segnalazioni per la fascia di età tra i 5 e gli 11 anni, legate al vaccino Comirnaty.
Tale vaccino è l’unico autorizzato per questa fascia d’età. È seguito da altre tipologie, come Spikevax, Vaxzevria, Jcovden e, infine, Nuvaxovid.
Le reazioni maggiormente riscontrate sono state dolore sul punto in cui è stata effettuata l’iniezione, febbre, stanchezza e cefalea. Pertanto, viene fuori, da questo nuovo rapporto, che le reazioni avverse e particolarmente gravi sono scemate nel corso del tempo e dopo la prima dose.
I medici e gli esperti del settore hanno invitato i soggetti più deboli e fragili ad effettuare la quarta dose del vaccino, al fine di affrontare meglio i mesi invernali, durante i quali si potrebbero raggiungere picchi più alti di contagi.
In questo caso, è consigliabile effettuare la quarta dose se si ha più di 60 anni e per i soggetti che hanno più di 80 anni, le cui malattie pregresse potrebbero aggravarsi con l’emergere di un contagio dal Covid-19.
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