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Categories: Salute

Vaccini, autismo, Red Ronnie e la TV che azzera le differenze

I vaccini causano l’autismo? Questa bufala nata alla fine degli Anni ’90 in Inghilterra ha ottenuto recentemente nuova linfa vitale nutrendosi dell’ignoranza e delle paure che infestano i social network. Una parte determinante di responsabilità va ascritta anche a quei giornalisti e blogger che lucrano sulla menzogna. Il problema però è che poi la gente muore, ma per loro questo è solo un dettaglio. Recentemente Red Ronnie, massima autorità mondiale in Virologia con tesi di laurea sulla flora batterica che abita il ciuffo di Bobby Solo, ha riportato l’attenzione sul problema. Lo scorso 12 maggio l’ottimo Ronnie ospite di Nicola Porro a Virus ha illustrato l‘inutilità dei vaccini.

Ecco la summa del Ronnie-pensiero: “È assolutamente demenziale. Cioè, nel senso che è assurdo. Non puoi obbligare a vaccinare i bambini […] Un bambino è morto per pertosse? Quanti bambini sono morti per dei vaccini o degli effetti collaterali? Quanti bambini sono morti? Si chiamano morti bianche. 1.500 in un anno e dicono che, guarda caso, avvengono due e tre giorni dopo le vaccinazioni […] Siamo alla follia totale secondo me. La prevenzione avviene col vaccino? E’ l’errore più grave, perché il nostro corpo prevenisce (sic) automaticamente con le difese immunitarie […] Come facciamo ad alzarle? Dovremmo spingere le mamme ad allattare i bambini. La prevenzione deve avvenire in modo naturale […] [La più grande prevenzione] è con l’alimentazione. Io me ne sono accorto sul mio corpo essendo prima vegetariano e poi vegano dal 1990. E’ da allora che non mi ammalo e non prendo antibiotici […] perché dobbiamo prevenire vaccinando quando ci sono tantissime particelle metalliche che sono anche dannose a scoppio ritardato?”.
Tutto questo è stato detto davanti a uno sbalordito Roberto Burioni, medico del San Raffaele di Milano.

Le origini della bufala

La bufala sui vaccini nacque nel 1998 in Inghilterra quando il medico Andrew Wakefield pubblicò uno studio fraudolento su Lancet. Lo studio era clamorosamente non scientifico nella metodologia e forzato nelle conclusioni, ma il dottor Wakefield iniziò a tenere una serie di conferenze in cui spiegava la correlazione fra l’autismo e il vaccino trivalente anti morbillo, parotite e rosolia. Il risultato fu la morte di alcuni bambini, dovuta all’allarmismo dei media a caccia della notizia clamorosa e al terrore ignorante di migliaia di madri che smisero di vaccinare i figli.
Oggi grazie al Web siamo più (dis)informati(?), ma il nostro quoziente intellettivo è lo stesso di 20 anni fa. Il problema non è chi dice sciocchezze, ma chi gli porge un microfono per dirle.

Il problema del contraddittorio

Il contraddittorio in TV è giusto, ma solo nella misura in cui ogni interlocutore è uno specialista di chiara fama e scelto dalla redazione secondo criteri rigorosi. In un universo parallelo in cui tutte le opinioni hanno la stessa rilevanza e ottengono lo stesso spazio, gli esiti sarebbero grotteschi.
Se un conduttore, per esempio, invitasse una vittima di stupro poi dovrebbe anche dare la parola per par condicio a un violentatore seriale di donne? Ecco come potrebbe cambiare la TV in quell’universo infelice.

(Il seguente contenuto è strettamente ironico, nessuno si senta offeso.
Per approfondire cliccare il seguente link)

LUNEDÌ
A Quinta colonna si parla di sicurezza: in studio l’uomo condannato a risarcire il rom a cui ha sparato durante una rapina. Fra gli ospiti, il rapinatore rom che spiega come avere la sicurezza (appunto) di ottenere un vitalizio da un povero pirla italiano.

MARTEDÌ
A Ballarò si parla di lotta alla mafia: in studio un magistrato anticamorra e il sicario che gli ha ammazzato la scorta nel tentativo di farlo fuori. Fra gli altri ospiti alcuni giuristi e le donne di mafia in collegamento da Napoli che lanciano vasi dal balcone contro il cameraman; nella seconda parte della serata un chirurgo cranico e uno scugnizzo abituato ad andare in giro senza casco discutono sull’entità dei danni cerebrali del cameraman.
A DiMartedì invece si parla di cancro: in studio Umberto Veronesi spiega i benefici di una vita sana e della prevenzione. Il contraddittorio è affidato a un malato terminale incazzato nero perché non ha mai fumato né bevuto. E’ incazzato perché col senno di poi avrebbe potuto divertirsi di più.

MERCOLEDÌ
A La Gabbia si discute di pensioni. Tito Boeri in qualità di presidente dell’Inps spiega come i giovani vivano sotto una spaventosa ghigliottina: il pericolo di andare in pensione a 75 anni con una pensione da fame. Il contraddittorio è affidato a un medico che invita a fumare e bere smodatamente, così da aumentare le probabilità di non superare i 50 anni. Dietro di lui un rappresentante della Philip Morris fa partire gli applausi a comando.
A Matrix Luca Telese incalza un banchiere ricordandogli che i risparmi dei cittadini sono sacrosanti. Fra gli altri ospiti un pensionato truffato da Banca Etruria agita due banconote da 10 euro urlando “maledetti, mi sono rimaste solo queste!” Un truffatore professionista interviene per consigliare al pensionato un investimento a lungo termine. Molto lungo.

GIOVEDÌ
A Virus si parla di lotta alla corruzione. In studio il magistrato Raffaele Cantone. La controparte è recitata da Cesare Previti, presente in qualità di esperto della materia.

VENERDÌ
A Bersaglio Mobile Enrico Mentana si occupa delle prossime elezioni amministrative. In collegamento Matteo Salvini parla dell’alleanza fra Lega e Fratelli d’Italia a Roma. Per rispetto della par condicio l’altro ospite è un essere umano.

In Democrazia il voto di ogni cittadino è uguale.
Nell’Informazione non tutte le opinioni hanno la stessa dignità.

maurodi

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