Quello dei vaccini è stato, ed è tuttora, uno dei temi che ha spaccato l’opinione pubblica italiana. Negli ultimi anni, accanto a chi continua a ritenerli essenziali per la prevenzione delle malattie, ecco, coeso e urlante, l’esercito dei no vax. Ad alimentare le convinzioni degli antivaccinisti (divisi, a loro volta, tra no vax e free vax), la diffusione di teorie secondo cui (in sintesi) i vaccini provocherebbero problemi di salute e non sarebbero altro che uno strumento di arricchimento delle lobby farmaceutiche. Teorie spesso disconosciute dai canali scientifici ufficiali, che hanno trovato cassa di risonanza grazie ai social e alle fake news (basti pensare alla correlazione vaccini e autismo).
A infuocare definitivamente il dibattito è stato il decreto con cui il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha reso i vaccini obbligatori per i bambini ai fini dell’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne (interessate, con modalità differenti, anche le scuole elementari, medie e i primi due anni delle superiori, fino ai 16 anni), prevedendo sanzioni per i genitori che non rispettino la legge.
E così i vaccini, in vista delle elezioni politiche di marzo 2018, sono finiti inevitabilmente nel calderone dei dibattiti e delle polemiche della campagna elettorale. I partiti si sono divisi, almeno ufficialmente, non tanto sull’importanza dei vaccini, riconosciuta da più o meno tutti (non mancano infatti alcuni parlamentari no vax convinti) ma sull’obbligo delle vaccinazioni ai bambini. Ecco quindi i sì vax e free vax. Esaminiamo ora cosa pensano i partiti dei vaccini e cosa promettono di fare se andranno al governo.
IN SINTESI – Per la Lega ok ai quattro vaccini di base e assolutamente no all’obbligo di elevare le vaccinazioni obbligatorie a dieci vaccini: si lasci libertà di scelta ai genitori. Per Forza Italia ok a dieci vaccini: l’ideale sarebbe giungere alla copertura vaccinale tramite informazione e persuasione ma qualora queste non fossero sufficienti via libera all’obbligo.
Spaccato il centrodestra. Da una parte la Lega Nord, dall’altra Forza Italia e Fratelli d’Italia. A gennaio non sono mancate le polemiche per le dichiarazioni di Matteo Salvini. Il segretario della Lega ha twittato l’intenzione di abolire l’obbligo dei vaccini una volta al governo schierandosi, di fatto, tra i free vax.
Poi, ospite a “Radio anch’io”, su Radio1, ha precisato: «Che i vaccini siano utili è fuori di dubbio. Quattro erano utili. Ma è altrettanto fuor di dubbio che 10 vaccini obbligatori sono un potenziale rischio per alcuni bambini».
Una piccola marcia indietro, visto che la precedente posizione non era piaciuta agli alleati di Forza Italia. Tanto che il capogruppo di Fi Paolo Romani aveva chiarito: «Abbiamo ridotto il numero dei vaccini obbligatori da 12 a 10 ma abbiamo ritenuto di mantenere il dato dell’obbligatorietà tenendo conto anche dei dati dell’Oms sull’immunità di gregge. Su alcune patologie la popolazione italiana è ancora molto lontana dalla soglia dell’Oms. È anche per questo che abbiamo deciso di essere d’accordo con l’obbligatorietà che va nella direzione della tutela della salute dei nostri figli rispettando la possibilità che le famiglie siano sempre informate».
Romani ha ribadito la posizione di Berlusconi, che aveva appoggiato il decreto Lorenzin: «Abbiamo sempre affermato che se un provvedimento è giusto e va nell’interesse degli italiani noi siamo disposti a sostenerlo, qualunque governo lo proponga. In questo caso, si tratta di una misura di civiltà, voluta dalla comunità scientifica e nel primario interesse dei minori: nessun significato politico dunque a un voto che è una semplice espressione di buon senso».
Salvini già nei mesi scorsi si era mostrato contrario al decreto Lorenzin, schierandosi con il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, che aveva proposto (e poi ritirato) il decreto di moratoria di due anni sull’obbligo dei vaccini. Queste le parole di Salvini: «Vaccinarsi deve essere una libera scelta, non un obbligo sovietico. Non vorrei che l’Italia sia stata scelta da cavia delle case farmaceutiche».
A favore dei vaccini Giorgia Meloni, rimasta comunque più defilata nella polemica. FdI, tramite il sito, afferma: «Fratelli d’Italia è favorevole ai vaccini, strumento insopprimibile per difendere la vita e la salute dei bambini e dei soggetti più deboli della comunità».
IN SINTESI – Ok all’obbligo per i quattro vaccini canonici e via libera ad altre vaccinazioni obbligatorie solo se si manifestano evidenti rischi di epidemia. Per il resto libertà di coscienza. La posizione ufficiale del partito è quella che riconosce utilità ai vaccini, mentre alcuni parlamentari sposano le teorie no vax.
Il Movimento 5 Stelle più volte è finito al centro della bufera per le opinioni di alcuni esponenti. Ricordiamo che stiamo parlando di un movimento eterogeneo per natura, dove trovano spazio anche teorie ritenute estreme o complottistiche. La senatrice Paola Taverna, all’epoca in Commissione sanità, aveva dichiarato a Piazza Pulita: «C’è una sentenza che dice che il vaccino può provocare l’autismo». Recentemente è tornata sui suoi passi: «Nonostante il tentativo di screditarci a colpi di bufale, sul tema dei vaccini la nostra posizione è assolutamente chiara, scritta nero su bianco da tempo e l’abbiamo ribadita ovunque. Siamo favorevoli ai vaccini, ma contrari al decreto Lorenzin, che impone l’obbligo in luogo della raccomandazione».
Lo stesso Beppe Grillo in uno spettacolo del 1998 aveva attaccato i vaccini, parlando di «poliomelite che sta scomparendo da sola», perché le malattie sarebbero «cicliche», dei «pericoli» dei vaccini nonché delle «multinazionali che ti fanno ammalare». Sul blog, nel 2007, fu pubblicato un articolo con cui si associavano i vaccini all’autismo: «Un bambino su 150 soffre di autismo. Venti anni fa solo uno su 2.000. Gli scienziati attribuiscono la crescita all’inquinamento ambientale, alimentare e da vaccini e farmaci». Diversi esponenti e sostenitori dei 5 Stelle si sono rivelati no vax. In Puglia alcuni consiglieri grillini invitarono in consiglio medici e appartenenti di associazioni antivacciniste che, tra l’altro, dichiararono: «I vaccini? Fanno male. Meglio curarsi con le noci». Alcuni esponenti dei 5 Stelle emiliani a marzo 2017 sono scesi in piazza accanto ai genitori no vax, altri hanno portato avanti teorie giudicate false e complottistiche. In generale, la posizione dei 5 Stelle nei confronti dei vaccini è stata spesso ambigua.
Ma qual è, oggi, quella ufficiale? I 5 Stelle sono contrari all’obbligo, e dunque al decreto Lorenzin, ma non ai vaccini.
Ad aprile 2017 è arrivata la presa di posizione di Luigi Di Maio: «È possibile che ci siano state, in passato, affermazioni di alcuni esponenti M5S sul tema dei vaccini che hanno creato confusione. Ma oggi, nel 2017, e per quello che sto vedendo, sostenere che il MoVimento 5 Stelle è “contro i vaccini” è una sciocchezza».
Sul blog, a luglio, si è scritto: «Il MoVimento 5 Stelle è a favore delle vaccinazioni e vuole che nel Paese ci sia la massima copertura vaccinale possibile. Noi siamo favorevoli all’obbligatorietà dei quattro vaccini che oggi, per legge, sono già obbligatori, e siamo anche favorevoli all’introduzione di misure di obbligatorietà per vaccini che proteggono da malattie per le quali esiste una reale emergenza epidemica (come esiste al momento per il morbillo)».
Anche Alessandro Di Battista (polemiche con la Asl di Roma per i vaccini al figlio a parte) si è detto favorevole ai vaccini ma contrario all’obbligo. Queste, infine, le recenti dichiarazioni di colui che nel frattempo è diventato candidato premier, ovvero Di Maio: «Se il M5s andrà al governo cambierà la legge Lorenzin sull’obbligo dei vaccini. Noi faremo una legge sulla raccomandazione dei vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione. Obbligo? Noi lo intendiamo come era prima del decreto Lorenzin».
IN SINTESI – Ok al decreto Lorenzin, le vaccinazioni obbligatorie vanno portate a 10 vaccini da inoculare tutti insieme.
Sul Partito Democratico c’è poco da dire, visto che il ministro che ha stabilito l’obbligo delle vaccinazioni ha fatto parte di tre governi dem (Letta, Renzi e Gentiloni). Per il segretario Pd ed ex premier Renzi, vaccinista convinto, il decreto Lorenzin è uno dei cavalli di battaglia da sfoggiare contro gli avversari.
In seguito alle polemiche con Salvini di gennaio Renzi ha risposto così: «Salvini ha detto non voglio l’obbligatorietà dei vaccini, a suo tempo l’ha detto M5S. Ci rendiamo conto che si gioca una battaglia di civiltà? È una cosa enorme, significa mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri figli».
E ancora:
Il ministro Lorenzin, alla guida della lista Civica Popolare (che raccoglie parte dei centristi) in appoggio al Pd, rivendica da sempre l’importanza del suo decreto. Questa la risposta a Salvini.
IN SINTESI – Da LeU via libera ai vaccini obbligatori, anche se in passato Grasso ha espresso alcuni dubbi sull’opportunità di inoculare dieci vaccini ai bambini in unica soluzione.
Per quanto riguarda Liberi e Uguali, la coalizione che riunisce alcuni partitini di sinistra, guidata da Pietro Grasso e che ha annesso anche il presidente della Camera Laura Boldrini, la posizione è quella di mantenere l’obbligo.
«Condivido l’allarme lanciato dall’Iss, dalla Commissione Sanità e dalla comunità scientifica. In particolare, condivido il timore sui danni alla salute che potrebbero essere provocati da teorie improvvisate», aveva detto il presidente del Senato il 28 settembre 2016. La Boldrini, a maggio 2017, in un convegno aveva attaccato: «Chi diffonde false notizie sui vaccini scherza con la salute dei bambini».
Eppure, all’interno di questa coalizione non tutti sarebbero per l’obbligo. Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema (Articolo 1-Mdp) un anno fa sono finiti tra le polemiche perché un loro collega, l’ex 5 Stelle Adriano Zaccagnini, aveva convocato una conferenza stampa alla Camera dal titolo: “Vaccini, l’altra verità”. Conferenza stampa che aveva fatto infuriare, tra gli altri, il popolare medico Roberto Burioni, ordinario di Microbiologia e Virologia al San Raffaele di Milano, che sui social si batte da tempo nella battaglia contro le bufale sui vaccini e che più di qualcuno ha “candidato” con Renzi: «Spero che i colleghi di Zaccagnini, di tutti i partiti politici, e il Presidente della Camera On. Boldrini si facciano parte attiva nell’impedire questa vergogna e questo insulto al Parlamento».
Burioni, tra l’altro, è intervenuto anche nella polemica dopo le dichiarazioni del leader della Lega:
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