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Nel mondo sono circa 2 miliardi le persone a rischio di contrarre malattie infettive: è guardando a questi dati che GVGH, da 10 anni, lavora per sviluppare vaccini efficaci e a costo sostenibile contro le malattie infettive neglette come la febbre tifoide, la shigellosi e la malattia streptococcica e le sue complicazioni. E’ un’ambizione ma anche un impegno portato avanti per la ‘salute globale’.
L’istituto è infatti stato inaugurato a Siena nel 2008 con l’obiettivo di sviluppare vaccini efficaci e a costo sostenibile contro le malattie infettive neglette dei paesi in via di sviluppo. La selezione dei progetti varia in base alle esigenze di salute pubblica dei paesi in via di sviluppo. In 10 anni l’Istituto, sviluppando internamente tecnologie all’avanguardia, ha portato avanti 8 progetti per lo sviluppo di nuovi vaccini e attratto finanziamenti pubblici e privati per circa 25 milioni di euro, che sono arrivati, tra gli altri, dalla Fondazione Bill and Melinda Gates, Wellcome Trust, Unione Europea, Regione Toscana (tramite Sclavo Vaccines Association), Fondazione Monte dei Paschi di Siena e altri enti privati nazionali e internazionali.
Per cinque di questi vaccini il metodo di produzione è stato messo a punto e sono stati prodotti i lotti necessari per la fase clinica nell’uomo; in particolare, due di questi vaccini sono già stati valutati in nove studi condotti in Europa, Asia e Africa, mentre altri tre sono pronti per la fase clinica. Infine, per il vaccino bivalente contro la febbre tifoide e paratifoide è già stato stato concluso il trasferimento a un’azienda indiana per la produzione e la commercializzazione del vaccino nei paesi endemici.
Il GSK Vaccines Institute for Global Health (GVGH), che nel 2018 ha festeggiato i dieci anni dalla fondazione, opera all’interno del Centro Ricerche GSK Vaccines di Siena per contribuire alla salute pubblica globale, ma la sua attività è separata dal resto del business GSK e si basa su un modello del tutto innovativo.
Il modello è il seguente: il primo passo lo fanno i 50 ricercatori che lavorano all’interno dell’Istituto la ricerca per stabilire le prime fasi di sviluppo clinico di un vaccino. In seguito la documentazione viene trasferita a partner esterni per completare gli studi clinici per la registrazione, la produzione e la distribuzione.
“GVGH – spiega il direttore dell’Istituto, Allan Saul – si prende tutto il rischio delle prime fasi, che sono le più complesse nella messa a punto di un vaccino. Una volta completato il progetto pilota, procediamo con il trasferimento della tecnologia all’impresa che si occuperà di produrre il vaccino e renderlo accessibile a coloro che ne hanno più bisogno”.
“La tutela della salute globale e l’equità nell’accesso alle cure – commenta Rino Rappuoli, Chief Scientist & Head External R&D – sono grandi temi della nostra epoca. Dieci anni fa la nostra iniziativa poteva apparire visionaria, ma i risultati raggiunti ci dicono che il modello adottato va nella giusta direzione. La sfida della salute globale, se intrapresa assieme agli attori pubblici e privati che hanno gli strumenti per affrontarla, può essere vinta. A luglio riuniremo a Siena esperti mondiali in campo economico e scientifico per affrontare il tema della sostenibilità della global health. Sarà un momento di riflessione e confronto che auspico ci permetta di guardare al futuro con maggiore speranza, dedizione e impegno”.
In collaborazione con AdnKronos
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