Vaccino coronavirus: stop alla sperimentazione a Oxford

Arrivano novità dagli Stati Uniti dove il gruppo farmaceutico AstraZeneca ha fatto sapere di aver sospeso i test clinici sul vaccino contro il coronavirus in seguito al manifestarsi di una reazione collaterale su un partecipante facente parte di un gruppo di volontari del Regno Unito. Non sono stati forniti dettagli sul possibile effetto avverso che è stato definito dal gruppo come “malattia potenzialmente inspiegabile“. Non è di per sé una notizia inaspettata, dato che le sperimentazioni sui farmaci servono proprio a testare l’insorgere di questo tipo di reazioni. Ed è proprio per evitare situazioni di pericolo che gli scienziati continuano a ripetere quanto sia di fondamentale importanza concludere completamente la fase III della sperimentazione sui potenziali vaccini contro il coronavirus.

AstraZeneca sospende lo studio sul vaccino per il coronavirus

Nonostante il vaccino per il coronavirus testato a Oxford fosse stato salutato come uno dei più promettenti, un portavoce di AstraZeneca ha confermato la sospensione dei test sul vaccino negli Stati Uniti e in altri Paesi.

In una dichiarazione, la società ha fatto sapere che “il procedimento di revisione standard ha determinato uno stop nelle vaccinazioni per consentire la revisione dei dati sulla sicurezza”.

Alla fine del mese scorso, AstraZeneca ha iniziato a reclutare 30mila persone negli Stati Uniti per il suo più grande studio sul vaccino. Inoltre stava testando il vaccino, sviluppato dall’Università di Oxford, su migliaia di persone in Gran Bretagna e in studi minori in Brasile e Sud Africa.

I primi studi su 1087 persone erano stati salutati con entusiasmo perché i partecipanti avevano reagito bene alla somministrazione e alcune reazioni, come mal di testa o febbre, erano state tenute sotto controllo con l’uso del semplice paracetamolo.

Le sospensioni temporanee di grandi studi in campo medico non sono insolite e indagare su qualsiasi reazione seria o inaspettata è una parte obbligatoria dei test di sicurezza. AstraZeneca ha sottolineato che è possibile che il problema sia dovuto a una coincidenza.

Infatti non è insolito che malattie di ogni genere possano sorgere negli studi che coinvolgono migliaia di persone. “Stiamo lavorando per accelerare la revisione del singolo evento per ridurre al minimo qualsiasi potenziale impatto sulla tempistica del processo”, ha aggiunto il gruppo farmaceutico.

I test su altri vaccini continuano

Altri due vaccini per il coronavirus sono in fase di test su larga scala negli Stati Uniti: uno realizzato da Moderna Inc. e l’altro da Pfizer e dalla tedesca BioNTech. Questi due vaccini funzionano in modo diverso da quelli di AstraZeneca e gli studi hanno già reclutato circa i due terzi dei volontari necessari.

Anche l’Italia sta testando il ”suo” vaccino, in attesa di avere maggiori dati sulla sicurezza di chi lo riceve, ma non è ancora arrivato alla fase III.

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Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, è intervenuto sull’argomento ai microfoni di 24 Mattino su Radio24: “La battuta di arresto del vaccino coronavirus AstraZeneca di Oxford è fisiologica e normale, non è uno stop ma una fase di valutazione, non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno ci vogliono più di tre anni – spiega – Il processo è lungo e complesso, lo sviluppo di un vaccino dura circa 5 anni. Giustificato fare degli sforzi perché si tratta di una misura che dal punto di vista costi ed efficacia è la più conveniente ma ci vuole tempo”.

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