Come ormai noto, l’unico modo per uscire definitivamente dalla pandemia è quello di trovare un vaccino per il Covid-19. Per questo motivo molti gruppi di ricerca, università e case farmaceutiche di tutto il mondo sono al lavoro per giungere a questo risultato il prima possibile. Ad oggi sono ben 118 i gruppi di ricerca a livello mondiale che stanno lavorando al vaccino. I vari gruppi seguono diverse filosofie di lavoro ed alcuni sono più avanti rispetto ad altri. Sono soltanto 8 infatti i gruppi di ricerca che hanno ricevuto il via libera per cominciare i test sull’uomo dopo la buona riuscita di quelli effettuati sugli animali.
Analizziamo più nel dettaglio quelle che, ad oggi, sono le migliori speranze di ottenere un vaccino per il Covid-19.
Lo Jenner Institute dell’Università di Oxford, in collaborazione con l’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia, che produce materialmente i campioni, sta lavorando ad un possibile vaccino denominato ChAdOx1 nCoV-19. La sperimentazione clinica sull’uomo è iniziata ad aprile su un gruppo di 500 soggetti volontari di età compresa tra i 18 e i 55 anni.
I primi riscontri parlano di un vaccino “sicuro e ben tollerato”, ma i risultati ufficiali di questa fase sono attesi per la fine di maggio. Se tutto procede come deve, a giugno dovrebbe dunque iniziare una nuova fase di sperimentazione su 5000 pazienti.
Lo Jenner Institute ha intanto annunciato di aver avviato una partnership anche con il colosso farmaceutico inglese AstraZeneca per lo sviluppo e la distribuzione del vaccino per il Covid-19. La collaborazione si basa su un modello no profit per tutta la durata della pandemia. L’obiettivo è quello di avere almeno 100 milioni di dosi a disposizione entro la fine dell’anno.
Negli Stati Uniti sono due le principali aziende impegnate nella ricerca del vaccino per il Covid-19: Inovio Pharmaceuticals, sostenuto dalla fondazione Bill e Melinda Gates, e Moderna, che collabora con l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti, guidato dall’immunologo Anthony Fauci.
Il vaccino Inovio, denominato Ino-4800, è in fase di sperimentazione su un set di 40 volontari a Philadelphia. I ricercatori puntano a completare lo studio nel mese di novembre.
Sono già stati annunciati, invece, i primi risultati della sperimentazione dell’azienda Moderna. Le persone sottoposte alla sperimentazione hanno sviluppato anticorpi in modo analogo ai pazienti guariti dal Covid-19. Tuttavia i test sono stati condotti su un numero per ora limitato di pazienti. Si dovranno quindi attendere le fasi successive della sperimentazione per avere risultati più certi.
La Cina, con ben quattro possibili vaccini già arrivati alla sperimentazione clinica, è certamente tra i paesi più all’avanguardia nella ricerca del vaccino per il Covid-19.
Tra i quattro candidati, il più avanzato nella sperimentazione è certamente quello sviluppato dalla società CanSino Biologics.
Questa infatti è stata la prima a livello mondiale ad iniziare la sperimentazione clinica sull’uomo. Attualmente è in corso una fase di sperimentazione su un gruppo di 500 pazienti divisi in 3 gruppi: 250 riceveranno un dosaggio medio, 125 uno basso e 125 un placebo, cioè un finto farmaco.
I risultati saranno valutati con diverse scadenze, la più lontana fissata a 6 mesi dalla prima somministrazione.
Stando alle notizie che provengono dai gruppi di ricerca appare molto probabile che si possa giungere ad un vaccino efficace entro la fine dell’anno. Tuttavia, per passare alla produzione su larga scala, sarà necessario qualche altro mese. Sembra dunque che il vaccino possa essere disponibile per la popolazione tra la primavera e l’estate del 2021. Non mancano tuttavia le ipotesi più ottimistiche, come appunto quella del gruppo inglese Jenner Institute-AstraZeneca-Advent, che punta ad avere 100 milioni di dosi disponibili già per la fine dell’anno.
Nelle prime fasi di disponibilità del vaccino, questo sarà certamente destinato solo ad alcune categorie di cittadini. La somministrazione dovrebbe procedere per gradi: i primi a ricevere il vaccino saranno molto probabilmente gli operatori sanitari e chi lavora nelle Forze dell’Ordine. Successivamente sarà il turno delle categorie più colpite dal Covid-19 come anziani e immunodepressi. Infine si procederà gradualmente con la somministrazione del vaccino per il Covid-19 al resto della popolazione.
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