Vaccino, scontro tra Ue e AstraZeneca: “Va pubblicato il contratto”

Mentre il mondo supera la soglia drammatica di 100 milioni di casi di coronavirus, continua il braccio di ferro sui vaccini. Cresce, infatti, la tensione tra l’Unione Europea e AstraZeneca sui ritardi nelle forniture.

AstraZeneca si difende

Pascal Soriot, amministratore delegato della casa farmaceutica, intervistato da La Repubblica, respinge i sospetti di aver venduto dosi fuori dall’Unione e replica alle polemiche per l’annuncio del taglio delle consegne. “Non c’è alcun obbligo verso l’Unione europea“, spiega Soriot. E aggiunge: “Nel nostro contratto c’è scritto chiaramente: ‘best effort’, ossia faremo del nostro meglio“.

UE chiede di pubblicare il contratto

Ma la reazione di Bruxelles alle dichiarazioni del Ceo di AstraZeneca non si è fatta attendere e chiede lo svincolo dalla clausola di segretezza per poter pubblicare il contratto. Secondo quanto si apprende dalle fonti, non è previsto che la produzione delle dosi per l’Unione Europea debba essere circoscritta alla fabbrica in Belgio, ma può avvenire anche nel Regno Unito.

Attesa la riunione con AstraZeneca

Si attende per oggi pomeriggio una riunione del comitato direttivo sui vaccini Ue con AstraZeneca, in cui Bruxelles chiederà di consegnare il numero di fiale pattuito. “Da tempo l’Unione ha sostenuto con fondi consistenti il potenziamento delle ricerche e delle strutture per la produzione dei vaccini“, ha detto ieri Ursula von der Leyen durante il World Economic Forum di Davos. “Abbiamo investito miliardi – ha continuato la presidente – per aiutare a sviluppare i primi antidoti e creare un bene comune a livello globale. Ora le aziende devono rispettare le consegne“.

Tutti i nodi da sciogliere

Al coro di protesta, si unisce il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, che ha ribadito che l’azienda deve rispettare il contratto e procedere con le consegne: “Quando hanno firmato l’accordo, lo hanno fatto sulla base della capacità di produrre“. Perché AstraZeneca ha sottoscritto il contratto se sapeva di non poter far fronte alla richiesta? E perché non comunica chiaramente i motivi del ritardo nelle consegne? Tutte cose che approfondiremo nel vertice convocato per oggi“, ha concluso Mamer.

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