Dopo giorni di grande attesa, è arrivato oggi il via libera dell’Ema alla distribuzione e somministrazione del vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech. L’agenzia europea per i medicinali ha, dunque, raccomandato alla Commissione Europea di autorizzare la distribuzione del vaccino contro il Coronavirus, già utilizzato da alcune settimane in Stati Uniti e Regno Unito.
In seguito all’annuncio di Marie-Agnes Heine, direttrice della comunicazione dell’Ema, la Commissione europea dovrebbe dare questa sera l’autorizzazione all’immissione sul mercato del vaccino Pfizer-BioNTech. “Mi aspetto una decisione della Commissione europea entro questa sera“, ha incalzato su Twitter la presidente Ursula von der Leyen.
Secondo quanto trapelato, le prime dosi per l’Italia partiranno il 24 dicembre dal Belgio, in arrivo all’Ospedale Spallanzani di Roma dal 26 dicembre in poi, per la successiva distribuzione in tutto il paese. Il “Vaccine day“, chiesto dal ministro della salute Roberto Speranza, insieme ad altri ministri europei, dovrebbe essere fissato al 27 dicembre.
“E’ la notizia che aspettavamo“, ha dichiarato il ministro della Salute Speranza. “La battaglia contro il virus è ancora molto complessa, come dimostrano anche le ultime notizie provenienti da Londra, ma avere a disposizione un vaccino efficace e sicuro apre una fase nuova e ci da più forza e fiducia“.
“Al momento non c’è alcuna evidenza che suggerisca che il nuovo vaccino non funzionerà sulla nuova varietà del coronavirus“, ha detto la direttrice esecutiva dell’Ema Emer Cooke. E ha aggiunto: “Sappiamo molto di più su questo vaccino di quanto ne sapevamo dieci mesi fa e anche tre mesi fa, ma ci sono ancora nuove informazioni che devono essere valutate nelle loro interezza”, come le recenti informazioni sulla nuova variante di coronavirus.
Il via libera da parte dell’EMA arriva dopo uno studio clinico molto ampio che ha dimostrato efficacia “nel prevenire il Covid-19 nelle persone a partire dai 16 anni di età“. La sperimentazione delle aziende farmaceutiche ha coinvolto circa 44.000 persone in totale, di cui metà “ha ricevuto il vaccino e metà ha ricevuto un’iniezione fittizia“. Lo studio mostra “una riduzione del 95% del numero di casi di Covid-19 sintomatici nelle persone che hanno ricevuto il vaccino, rispetto alle persone che hanno ricevuto un’iniezione fittizia“.
Alle donne incinte si raccomanda un approccio caso per caso, “sulla base delle situazione individuale e considerando il rischio di esposizione e infezione“, ha specificato il presidente del comitato dell’Ema, Harald Enzmann. La raccomandazione arriva necessariamente, dal momento che lo studio non ha, ad oggi, coinvolto un numero sufficiente di donne durante la gravidanza. Ma, ha rassicurato Enzmann, “abbiamo anche messo in campo delle iniziative per colmare al più presto questo vuoto di conoscenza“.
“Gli effetti collaterali di questo vaccino sono gli stessi di quelli riscontrati sugli altri vaccini“, ha precisato Sabine Straus, presidente del comitato per la sicurezza dell’Ema. Tra i più frequenti riscontrati nella fase di sperimentazione sono “dolore in fase di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e ai legamenti, febbre alta“: effetti che, però, hanno avuto una durata di al massimo 24 ore nei soggetti testati.
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