L’Oms fa il punto della situazione sui contagi di Vailolo delle scimmie che è sempre più difficile arginare.
I casi di persone contagiate dal virus del Vaiolo delle scimmie sono cresciuti rapidamente nell’ultima settimana, sommando più di 7.500 nuovi casi con un aumento del 20% rispetto alla settimana scorsa.
Nel corso della conferenza stampa dell’Oms, il direttore Tedros Ghebreyesus ha comunicato che sono circa di 35mila i casi di Vaiolo delle scimmie presenti in oltre novanta paesi. Prima di questa estrema diffusione, il virus era considerato endemico in Africa. La maggioranza di questi casi è stata confermata quasi esclusivamente in Europa, con quasi 20mila casi (la maggioranza con età compresa tra i 30 e y 40 anni) e America. La Spagna è il paese europeo con più contagiati.
L’informe dell’Oms ha precisato che circa un 6% di pazienti ha avuto necessità di ospedalizzazione. Per il momento, la malattia ha provocato dodici morti da quando è stato dato l’allarme il 3 aprile scorso sui primi sintomi di contagiati riscontrati nel continente. Però, il caso più antico conosciuto in Europa è del 7 marzo.
L’Oms riporta anche del primo caso di trasmissione tra uomo e animale: è un cane che è stato contagiato dal virus per la vicinanza con il suo padrone infettato. Gli esperti, però, assicurano che la situazione era prevedibile visto che l’animale è a stretto contatto con l’uomo all’interno di spazi chiusi.
Sembra che in alcune persone contagiate non presentino sintomi evidenti e questa sarebbe la prima difficoltà per fermare la diffusione. La conferma arriva da un’indagine effettuata da ricercatori dell’ospedale Bichart-Claude Bernard di Parigi. Almeno il 7% dei pazienti sottoposti a controllo è risultato positivo al Vaiolo delle scimmie senza aver mai presentato nessun segno caratteristico come, per esempio, eruzioni cutanee. Tuttavia, non è ancora chiaro se questa positività asintomatica sia sufficiente per trasmettere la malattia, e non è possibile neanche stimare l’estensione di questo fenomeno.
Come possiamo difenderci dal virus? Rosamund Lewis, l’esperta dell’Oms sul campo, afferma che se abbiamo un infettato in casa, dovremmo isolarlo per quanto possibile, mantenendo un eccellente igiene nell’intorno. Ovviamente, la prevenzione è la miglior difesa, ma il vaccino disponibile non è sufficiente per coprire le richieste. Inoltre, la Lewis informa di come il vaccino non può considerarsi “una soluzione magica” perché non ci sono ancora dati certi sulla sua effettività.
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