Il vaiolo delle scimmie sta diventando sempre di più una emergenza sanitaria globale. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La sua diffusione resta un mistero e lo rende difficile da contrastare.
Nessun allarmismo, però, dichiarare una malattia una emergenza globale significa sottolinearne il carattere straordinario. E’ questo il caso del vaiolo delle scimmie. Un evento straordinario che potrebbe estendersi ed interessare più Paesi. Se ci si aggiunge, poi, la scarsa informazione sulla malattia e, soprattutto, la disinformazione su quanto concerne la sua diffusione è chiaro che l’OMS voglia tenere alta l’attenzione. Non arrivare impreparati se le cose dovessero precipitare è l’obiettivo.
Cosa sappiamo del vaiolo delle scimmie
Il monkeypox (MPX) o, cosiddetto, vaiolo delle scimmie è una patologia infettiva simile al vaiolo ma con alcune significative differenze tra le quali la minore contagiosità e gravità.
La diffusione della malattia sull’uomo, infatti, avviene tramite contatto diretto con gli animali. Le scimmie appunto ma anche piccoli roditori tramite la saliva o il contatto con altri fluidi corporei o addirittura il consumo di carni di selvaggina illegali, pratica in uso in alcuni Paesi.
I sintomi della malattia nell’uomo variano dal classico mal di testa a febbre alta. La caratteristica principale, però, sono le eruzioni cutanee e il formarsi di vesciche con conseguente lesioni della pelle stessa. Da due a quattro settimane comunque la guarigione dovrebbe essere completa.
Bisogna comunque tener conto che il primo caso umano di malattia si è registrato nel 1970. Da allora sono stati pochi e sporadici i casi di vaiolo delle scimmie negli uomini e sempre e solo dopo contatti con animali infetti.
La malattia in Italia
In Italia la situazione non desta allarmi particolari. Sono 407 i casi di MPX accertati fino a questo momento. Il Ministero della Salute insieme alla Regioni ed alle Province autonome ha già comunque predisposto e posto in essere un protocollo per la segnalazione dei singoli casi ed il loro monitoraggio.
Stretto monitoraggio di una malattia le cui cause di diffusione restano ancora quasi del tutto sconosciute ma nessun allarmismo. Del resto il vaiolo nell’uomo è stato sconfitto grazie ad una campagna mondiale di vaccinazione e debellato il 9 Dicembre del 1979.
Anche per quanto riguarda questa nuova forma di malattia sembrerebbe essere già pronto un vaccino. La casa farmaceutica danese, Bavarian Nordic, ha realizzato e sperimentato un siero che nel 2013 è stato approvato dall’Unione Europea. La stessa EMA, l’Agenzia europea dei medicinali, consiglia di non trascurare questa possibile soluzione anche se, ripetiamo, numeri alla mano, al momento tutto sembrerebbe essere sotto controllo.