Il vaiolo delle scimmie è sostanzialmente innocuo: il punto dell’esperto, il microbiologo Pasquale Ferrante, sulla situazione attuale e su quale sia il grado di pericolosità del virus.
Il professor Ferrante, docente di Microbiologia e Immunologia alla Temple University di Philadelphia (Stati Uniti), ha parlato poche ore fa via Zoom ai giornalisti dell’Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione) spiegando quali sono le linee chiave per leggere l’attuale scenario di diffusione del vaiolo delle scimmie.
Nonostante il vaiolo delle scimmie si manifesti con sintomi evidenti, per questo allarmanti a un occhio non esperto, il virus è sostanzialmente innocuo. A fare il punto sulla questione, in costanza di una fisiologica preoccupazione che fa da strascico all’emergenza Covid, è Pasquale Ferrante, microbiologo e professore di Microbiologia e Immunologia presso la statunitense Temple University.
Il decorso del vaiolo delle scimmie, ha spiegato Ferrante, è decisamente diverso da quello che si registra in presenza del virus del vaiolo umano e questo è un elemento rassicurante:
È innocuo perché colpisce solo il derma
Il vaiolo delle scimmie si manifesta con febbre, brividi, dolori artiscolari e muscolari, spossatezza cui si sommano piccole macchie sulla pelle (macule), poi vescicole e infine pustole. Il liquido all’interno diventa infatti pus e il fatto che questi sintomi siano evidenti, arrivando a estendersi su vaste aree del corpo – tende a generare allarme nei pazienti.
Nel corso del suo intervento di poche ore fa, Pasquale Ferrante ha spiegato inoltre che occorre comunque mantenere la situazione sotto controllo e osservazione e che, nonostante sia un virus innocuo, quello del vaiolo delle scimmie può infettare più volte e non dà immunità. A trasmetterlo sono anche altri animali oltre le scimmie, come i roditori.
Come precisato dal microbiologo, ci si infetta tramite il contatto con la cute colpita o via droplet, con il respiro ravvicinato, oppure con contatti sessuali.
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Sostanzialmente esclusa, spiega Ferrante, la possibilità di mutazioni:
Per fortuna è un virus a Dna e ha una bassissima capacità di mutare
La malattia del vaiolo delle scimmie ha una durata che varia dalle due alle quattro settimane. L’esantema insorge dopo circa tre giorni dall’esordio della febbre, e non lascia strascichi dopo la caduta delle pustole.
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