In Inghilterra si sta sperimentando un nuovo farmaco antivirale contro il vaiolo delle scimmie. Ben 500 pazienti sottoposti alla terapia.
Una squadra di ricercatori in Inghilterra sta studiando un nuovo farmaco antivirale contro il vaiolo delle scimmie. L’efficacia del farmaco si sta sperimentando su circa 500 pazienti affetti dal virus.
Il farmaco in fase di sperimentazione è il tecovirimat antivirale. I medici ne stanno verificando l’efficacia somministrandolo a 500 pazienti affetti da vaiolo delle scimmie.
Uno dei ricercatori dello studio inglese denominato Platinum, Peter Horby ha dichiarato alla Bbc che in realtà il virus guarisce autonomamente; ma lo scopo del farmaco è quello di aiutare i pazienti a guarire più facilmente e in minor tempo, permettendogli di ridurre quindi il periodo di quarantena.
I pazienti che per primi sperimenteranno l’antivirale saranno sottoposti due volte al giorno al farmaco. I risultati della sperimentazione dovrebbero giungere entro due mesi.
Inoltre il farmaco è stato approvato per il vaiolo delle scimmie, dopo essere stato testato su animali e dopo aver superato dei test di sicurezza su individui sani.
In base all’ultimo bollettino del Ministero della Salute attualmente i casi in Italia sono poco più di 700. La maggior parte dei casi sono uomini e molti sono collegati al rientro da viaggi all’estero.
Attualmente la regione maggiormente colpita rimane la Lombardia, seguita dal Lazio, dall‘Emilia Romagna, Basilicata e Veneto. All’interno delle altre regioni invece vi è un numero molto basso di casi.
Nel mondo invece i casi di vaiolo delle scimmie sono circa 42.954. Molti si registrano in località che storicamente non sono mai state colpite dal virus, come per esempio molti paesi europei.
Va poi specificato che i decessi dovuti al virus rimangono comunque molto bassi (1 caso su 10mila).
In ogni caso molti scienziati in tutto il mondo si stanno adoperando con l’intento di conoscere maggiormente questo virus, anche alla ricerca di cure maggiormente efficaci, in grado di eliminare in modo più immediato l’infezione.
Questo anche per evitare che si intercorra in una situazione anche solo simile al quella causata dal Covid19.
In ogni caso essendo un virus già esistente all’interno del nostro ecosistema, vi è già una vaccinazione antivaiolosa che risale a circa 40 anni fa; e che in base alle prime indagini funziona contro il virus. Purtroppo però attualmente questo tipo di vaccino non è più disponibile.
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