Allarme vaiolo delle scimmie anche in Francia: le autorità consigliano la vaccinazione a operatori sanitari e adulti.
Finora in Francia sono stati identificati tre casi di vaiolo delle scimmie. Per limitare la diffusione del virus, l’Haute autorité de santé raccomanda la vaccinazione degli adulti e degli operatori sanitari che sono stati in contatto con i casi in questione. Ecco la strategia elaborata per far fronte al problema.
L’Alta Autorità per la Salute (HAS) francese raccomanda di effettuare la vaccinazione di adulti e operatori sanitari che sono entrati in contatto con i casi di vaiolo registrati nel paese, che sono tre, al momento. Ecco quanto comunicato stampa dall’autorità sanitaria francese: “L’HAS raccomanda l’attuazione di una strategia di vaccino reattivo, ossia attorno a un caso confermato“.
Aggiungendo che è vivamente consigliato agli “adulti il cui contatto con una persona infetta è considerato a rischio, compresi gli operatori sanitari esposti senza misure di protezione individuale”.
Secondo Public Health France, per essere considerato un “contatto rischioso” dopo essere stati vicini a un paziente infetto da vaiolo delle scimmie, il soggetto deve aver avuto “contatto fisico diretto non protetto con la pelle danneggiata o i fluidi biologici di un caso probabile o confermato“, o “contatto non protetto entro due metri per tre ore con caso probabile o confermato”.
Tutti gli adulti – che si rispecchiano in questo quadro – devono sottoporsi alla vaccinazione, secondo le raccomandazioni dell’autorità sanitaria: esclusi da questa strategia di prevenzione e contrasto sono i bambini.
Per fare ciò, l’Alta Sanità consiglia di utilizzare “il vaccino di terza generazione“, somministrandolo “idealmente entro quattro giorni dal contatto rischioso e, al massimo. 14 giorni dopo con uno schema a due dosi. (o tre nei soggetti immunocompromessi), distanziati di 28 giorni l’uno dall’altro. I bambini, invece, non sono interessati, poiché il vaccino in questione non beneficia dell’autorizzazione all’immissione in commercio per questa fascia di età”.
L’HAS spiega che questa è una delle soluzioni migliori e “rilevante in considerazione dei tempi di incubazione della malattia spesso compresi tra 6 e 16 giorni“.
Tale decisione è stata presa – come sottolineato dall’autorità – a margine della “strategia vaccinale adottata negli altri paesi europei e dati preclinici trasmessi dall’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (ANSM) che, sebbene preliminari e limitati, supportano l’interesse della vaccinazione subito dopo l’esposizione al virus“.
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