I ricercatori dell’Istituto Spallanzani sono stati i primi al mondo a scoprire che il virus del vaiolo delle scimmie può essere presente all’interno dello sperma umano. Si ipotizza dunque in che modo viene trasmesso.
A quanto pare dunque gli studiosi dell’Istituto Lazzaro Spallanzani hanno compiuto una scoperta straordinaria e unica al mondo. Attraverso uno studio infatti, è stato rinvenuto che il virus responsabile del vaiolo delle scimmie può essere presente all’interno dello sperma degli individui infetti. Continuano gli studi alla ricerca di risposte più specifiche e approfondite.
Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva causata da un Orthopoxvirus, il quale è molto simile al virus che causa il vaiolo umano e quello bovino.
Mentre però il vaiolo umano ormai non è più in circolazione, quello delle scimmie è ancora presente in maniera endemica, soprattutto in Africa centrale e occidentale. La trasmissione sull’uomo avviene attraverso il contatto con liquidi e fluidi corporei di animali infetti, in particolare piccoli roditori e scimmie.
I sintomi che si verificano sull’uomo sono febbre, brividi, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi. Uniti poi ad eruzioni cutanee che iniziano a manifestarsi prima sulla faccia, per poi diffondersi nelle altre parti del corpo umano. Fortunatamente però la malattia non è mortale, ma può durare dalle due alle quattro settimane.
Dunque nonostante le epidemie di vaiolo delle scimmie si sono verificate molto raramente nel corso degli anni. Negli ultimi mesi sono stati identificati ben 1.176 casi nel mondo, di cui 704 in 18 paesi europei. In Italia presenti fino ad oggi 29 casi (aggiornamento dell’Ecdc).
l’istituto Spallanzani ha compiuto una scoperta fondamentale per la comunità scientifica mondiale. A quanto pare il virus responsabile della malattia infettiva, il vaiolo delle scimmie, può essere presente all’interno dello sperma degli individui infetti. A comunicarlo è stato lo stesso istituto Spallanzani all’interno di una nota.
Il virus è stato isolato nei laboratori dell’istituto, proprio dallo sperma di un paziente prelevato dopo sei giorni dalla scomparsa della febbre.
In realtà il virus è stato riscontrato nello sperma di ben 6 pazienti su 7, però in questo caso specifico è stato isolato in coltura, dimostrando di essere in grado di infettare e riprodursi.
I ricercatori stanno ora proseguendo gli studi per scoprire con precisione la persistenza del virus nel liquido seminale e soprattutto per comprendere le modalità di trasmissione del virus da uomo a uomo.
Questa rappresenta una scoperta importante, in quanto i ricercatori dell’istituto Spallanzani sono stati i primi al mondo ad averla attuata. Inoltre potrebbe dare delle conferme rispetto alla trasmissione del virus, la quale potrebbe effettivamente avvenire tramite rapporti sessuali.
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