6 anni dopo la valanga di Rigopiano è attesa per oggi la sentenza per 30 imputati. A causa di questa tragedia morirono 29 persone.
Le vittime morirono a causa di una valanga che travolse l’hotel di Farindola il 18 gennaio del 2017, tutti e 30 gli imputati saranno giudicati con il rito abbreviato, diverse le accuse contro di loro.
Si è ufficialmente concluso il processo di primo grado per Rigopiano, a più di sei anni dalla terribile tragedia che scosse l’intera Italia e in cui morirono 29 persone, a causa di una valanga che travolse l’hotel di Farindola il 18 gennaio del 2017.
Al processo ci sono 30 imputati che saranno tutti quanti giudicati con il rito abbreviato. Contro di loro le accuse sono diverse da disastro colposo ad omicidio e lesioni plurime colpose, da depistaggio a falso e abusi edilizi.
Nelle precedenti udienze l’accusa, guidata da Giuseppe Bellelli, procuratore capo, e dai pm Anna Benigni e Andrea Papalia, ha chiesto 26 condanne per un complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione, per gli altri quattro invece l’assoluzione.
La sentenza del processo arriverà proprio oggi, ed è attesa nel pomeriggio. A seguito del disastro avvenuto nel 2017, era partita un’inchiesta che si concluse nel novembre del 2018.
Durante l’inchiesta in un primo momento si era indagato sul corto circuito che era avvenuto a vari livelli istituzionali che erano chiamati a gestire le emergenze legate al maltempo.
Proprio per questo erano state chiamate in causa anche la Regione Abruzzo, la Provincia e la Prefettura di Pescara, ed infine il Comune di Farindola.
L’indagine si era poi estesa sulla mancanza della realizzazione della Carta prevenzione valanghe compito della Regione, e sui permessi che aveva ottenuto il resort per la ristrutturazione. In totale il numero degli indagati era di 40 persone.
Alla fine di dicembre 2018 c’è invece stata un’altra inchiesta che riguarda sul depistaggio che ha coinvolto il personale della Prefettura di Pescara, incluso l’ex prefetto Francesco Provolo, avrebbe infatti occultato il brogliaccio delle segnalazioni del 18 gennaio avvenute alla Mobile di Pescare.
In questa nuova indagine sono state coinvolte altre sette persone. Nel dicembre del 2019 vengono estromessi dal processo i vertici regionali.
Questa estromissione porta a 22 archiviazioni sia per gli ex assessori regionali alla Protezione Civile che per gli ex presidenti della Regione.
La condanna più pesante è stata richiesta per l’ex prefetto Francesco Provolo ed è di 12 anni. Per il sindaco di Farindola, attualmente in carica, Ilaro Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi.
Per Bruno Di Tommaso gestore dell’hotel sono stati chiesti sette anni e otto mesi. Mentre per l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco sono stati chiesti sei anni.
Per la seconda inchiesta sul depistaggio sono invece stati richiesti 2 anni e 8 mesi sia per Giulia Pontrandolfo che per Daniela Acquaviva. Per Giancarlo Verzella sono invece stati chiesti due anni.
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