Il ministro dell’Istruzione Valditara ha scritto una lettera a famiglie e studenti, informando che con diploma professionale è più facile trovare lavoro.
Giuseppe Valditara ha invitato gli studenti, che nel gennaio 2023 dovranno scegliere la scuola secondaria superiore a cui iscriversi, con una serie di statistiche sul mercato del lavoro italiano e sulla differenza tra licei e istituti professionali.
Il ministro dell’Istruzione e del “Merito”. Un nuovo concetto introdotto dal governo Meloni, che non è di fatto mai particolarmente andato a genio in primis agli studenti. Giuseppe Valditara continua a suscitare dubbi alla guida del suo ministero, dopo aver alzato già diversi polveroni.
L’ultima trovata del ministro in quota Fratelli d’Italia è stata quella di rivolgersi alle famiglie dei futuri studenti delle scuole secondarie superiori, in occasione della fase imminente della domanda per il prossimo anno 23/24, solcando un netto distacco tra licei e istituti professionali.
Nessun commento nello specifico nonostante le premesse, nessun aggiunta, solo freddi numeri. Valditara nella sua lettera ricca di retorica divulgata nelle ultime ore, ha parlato a studenti e genitori dicendosi volenteroso di condividere “riflessioni per accompagnare nella scelta“.
Sostenere i ragazzi, valorizzare le passioni, ascoltare con pazienza e profondità, scoprire i talenti; va avanti così per la maggior parte il testo condiviso dal ministro, che poi però per concludere ci tiene soprattutto a separare i licei dagli istituti professionali condividendo – alla fine della lettera – alcune importanti “tabelle allegate”.
Dunque nella lettera Valditara mostra come “nel mercato del lavoro nel 2022 dei 2milioni e mezzo di contatti solo il 4,5% ha riguardo persone con diploma liceo, mentre il 55% quelle con diploma di istituti tecnici e il 40% quelle di istituti professionali.
E ancora: “Per esempio la Lombardia quest’anno ha assorbito quasi 22.000 diplomati di liceo, 270.000 diplomati di istituti tecnici, e 188.000 diplomati professionali“.
Nel messaggio il ministro conclude addirittura con le figure professionali più ricercate: “manutentori termoidraulici, tecnici meccatronici, progettisti, geometri, fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, fabbri ferrai, artigiani” e così via.
Il messaggio del ministro dell’Istruzione non è affatto sottinteso, e già le sue dichiarazioni in passato riguardo a punizioni umilianti per chi non dovesse seguire le regole, e il nome stesso del suo ministero aveva fatto storcere il naso a tanti studenti – che nei mesi scorsi avevano occupato gli istituti in tutta Italia in segno di disapprovazione al governo.
Una chiara indicazione quella di Valditara, che sintetizza forse in maniera troppo estrema la scuola a mero mezzo per raggiungere il fine di un impiego.
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