Il ministro dell’Istruzione ha parlato di lavori socialmente utili come soluzione agli episodi di violenza in classe. Flc Cgl risponde a Valditara: “Paternalistica”.
Ha parlato di forme diverse di sanzione per gli studenti violenti Giuseppe Valditara, durante il suo intervento a “Direzione Nord” nella mattinata di oggi a Milano. Critiche da parte di Francesco Sinopoli. Pronto secondo il ministro dell’Istruzione un piano di obbligo formativo per i giovani che “vivono alle spalle della famiglia e della società”.
Lavori socialmente utili per gli alunni aggressivi, e obbligo formativo per quelli che dai 15 ai 31 anni “vivono alle spalle della famiglia e della società”. Lasciano forti perplessità le ultime dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, rilasciate a Milano durante l’evento “Direzione Nord”.
Una visione quantomeno discutibile, secondo i sindacati, quella di Giuseppe Valditara. Il ministro dell’Istruzione della Lega del governo Meloni ha infatti, durante un suo recente intervento, parlato della possibilità di proporre lavori socialmente utili per gli studenti che mostrano segni di violenza in classe.
Per evitare o ridurre gli episodi di violenza in classe, Valditara valuta “nuove e diverse forme di sanzioni” per gli alunni che non avrebbero la capacita di “rispettare le regole”. Dunque secondo il leghista i lavori socialmente utili potrebbero far fronte alla necessità di ridurre aggressività dei giovani all’interno delle scuole.
Per il capo della Flc Cgl Francesco Sinopoli tali affermazioni rappresentano una visione “paternalistica e arcaica“. Sui ‘neet’ invece la proposta è quella di lanciare un obbligo formativo perché, secondo il ministro, è inaccettabile che 3 milioni di ragazzi tra i 15 e i 31 “vivano alle spalle delle famiglie e della società“.
Mai come adesso i giovani hanno mostrato la loro insofferenza nei confronti della classe politica, manifestando spesso – in tanti licei e recentemente a Roma con un grande corteo – contro l’attuale governo con lo slogan di “Ma quale merito”.
L’esecutivo meloniano dal canto suo nel dibattito giovani e scuola non pare proprio ferrato, visto che il ministero dell’Istruzione – oltre a promettere di riuscire a trovare i soldi per aumentare gli stipendi ai professori – ha speso parole preoccupanti nei confronti di “alunni violenti” e “neet”.
Alunni che, se esprimono violenza, vanno puniti. “Non hanno capacità di rispettare le regole: una cosa che mi è sempre parsa utile sono i lavori socialmente utili“. Studenti “violenti” però che avrebbero bisogno di tutt’altro che una scuola che si limiti all’educazione di base, magari di una scuola che educhi piuttosto di una scuola che punisca.
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