Dopo l’aggressione di alcuni studenti di fronte ad un liceo, la preside Savino ha voluto scrivere una lettera.
Delle parole molto dure a cui ha voluto rispondere Valditara, il ministro dell’istruzione, il quale ha invitato la preside a riflettere molto di più sulla storia e sul presente.
Dopo che Annalisa Savino, la preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze ha scritto una lettera aperta resa pubblica durante la trasmissione Mattino 5 news, Giuseppe Valditara ha espresso il suo parere su quanto ascoltato.
Il ministro ha affermato che in Italia non esiste nessun pericolo fascista e che non vi è nemmeno una deriva autoritaria o violenta.
A questo riguardo il ministro afferma “Difendere le frontiere e ricordare il proprio passato o l’identità di un popolo non ha nulla a che vedere con il fascismo o, peggio, con il nazismo. Quindi inviterei la preside a riflettere più attentamente sulla storia e sul presente”.
Valditara inoltre afferma che questa lettera non è del tutto adatto. Il politico infatti afferma che si è molto dispiaciuto nel momento in cui ha letto quelle parole, un sentimento che è cresciuto molto di più se si pensa che quella missiva è stata fatta ascoltare anche agli studenti.
Il ministro continua affermando che la lettera non descrive esattamente ciò che è accaduto. Infatti per lui non è necessario intervenire in quanto si tratta solo di lettere ridicole viste per lo più come un atto di propaganda. Ma cos’è che ha scritto la preside Annalisa Savino che ha causato questa reazione in Giuseppe Valditara?
Nel momento in cui ha deciso di raccontare ciò che è accaduto sabato scorso di fronte al liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino ha voluto dare sfogo ad un evento che non ha per nulla accettato.
Una decisione presa dopo che due studenti che stavano partecipando ad un collettivo di sinistra sono stati vittime di pugni e calci da sei studenti che appartenevano all’organizzazione di estrema destra Azione studentesca.
Delle parole molto dure quelle di Savino in cui scrive “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”.
Inoltre nella lettera, la dirigente scolastica afferma di essere consapevole che è proprio in momenti simili a questi che in passato i totalitarismo sono riusciti a prendere piede andando così a fondare le basi e andando a rovinare delle generazioni intere: “Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza”.
Insomma, sono queste delle parole che il ministro Giuseppe Valditara non ha accettato proprio perché secondo lui è fin troppo esagerato parlare di un pericolo fascista.
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