Il ministro Valditara propone stipendi differenziati per i prof e il sostegno dei privati. Scoppia la polemica dopo le sue dichiarazioni.
“Stipendi differenziati ai professori e aiuti privati“: queste le parole del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che hanno creato scompiglio e polemiche riguardo i cambiamenti che si prospettano per il mondo della scuola.
Valditara ha fatto una proposta per la scuola che ha già fatto storcere il naso a molti. L’inquilino del dicastero dell’istruzione, dunque, con le sue dichiarazioni ha fatto insorgere una nuova polemica.
Nel dettaglio, il ministro ha messo sul tavolo la possibilità di differenziare gli stipendi dei professori, aprendo anche le porte ad eventuali finanziamenti provenienti dai privati.
Come lo stesso ministro ha affermato, la scuola pubblica italiana necessita di “nuove forme di finanziamento” per poter coprire i costi legati agli stipendi degli insegnanti, che – nei fatti – potrebbero essere sottoposti a un meccanismo di “differenziazione regionale“, tenendo, dunque, in considerazione anche il costo della vita dei territori.
Pertanto, l’istruzione potrebbe essere finanziata da terzi “oltre allo sforzo del governo” che punta a creare una sorta di relazione sinergica tra il settore produttivo, la scuola e la società civile.
Al fine di evitare disparità tra una regione e l’altra, in base ai finanziamenti eventuali che potrebbero derivare dai privati, il ministro propone la realizzazione di “un fondo perequativo centralizzato e ministeriale” che permetta di finanziare – ad esempio con i soldi destinati a uno specifico liceo de nord – anche le attività di un istituto scolastico del sud.
Stipendi, dunque, che potrebbero variare, di regione in regione, in base al costo della vita, senza però intaccare il contratto nazionale, nonostante si voglia imboccare la strada dell’autonomia differenziata.
E, per quel che concerne i docenti, il ministro sottolinea che c’è bisogno di un personale che faccia leva su una “preparazione adeguata“, al fine di poter garantire quella che lui definisce una “continuità educativa“.
Pertanto, come annunciato dal ministro, in tal senso, sarà attuato una sorta di “reclutamento” e, seguendo tale percorso, è già stato avviato il dialogo con i sindacati.
E, a tali proposte, si aggiunge anche l’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’istruzione e dell’apprendimento anche se, assicura, gli insegnanti in carne ed ossa non saranno di certo sostituiti dai robot.
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