Il ministro dell’Istruzione torna sugli stipendi degli insegnanti. La sfida sarà quella di trovare risorse per poterli pagare di più.
Il ministro dell’Istruzione ha fatto un passo indietro, chiarendo che nelle sue intenzioni non ci sia mai stata quella di creare diseguaglianze tra Nord e Sud. La sfida di Valditara sarà trovare fondi che permettano al governo di intervenire sugli stipendi degli insegnanti: “Con 1.500 euro un docente non riesce a vivere, neppure con 1.300 euro quelli di scuola primaria”.
Dopo le critiche arrivate, non certo le prime dalla sua nomina, Giuseppe Valditara prova a fare chiarezza sul tema degli aumenti per gli insegnanti. Nei suoi primi quattro mesi alla guida del Ministero dell’Istruzione ha dato adito a polemiche e generato diversi malumori; nelle scorse ore ha allarmato con le sue dichiarazioni in merito agli stipendi degli insegnanti.
Valditara ha sottolineato come in alcune regioni il costo della vita non permetta agli insegnanti di sopravvivere con gli attuali salari, che si aggirano intorno ai 1.500 euro. Una precisazione che aveva fatto storcere il naso e che per molti lasciava intendere una volontà di andare a ritoccare in maniera settoriale e con aumenti di stipendi su base regionale.
Ma per evitare altri caos, il ministro ha recentemente deciso di precisare che le sue intenzioni non sono affatto quelle di differenziare gli stipendi da Nord a Sud, quanto di riuscire a trovare fondi per poter pagare di più gli insegnanti. Una bella differenza certo, anche se i dubbi di chi aveva gridato allo scandalo non sono poi così incomprensibili. Il leghista infatti con il suo gruppo è uno dei fondatori dell’autonomia differenziata, che con la bozza Calderoli proverà a far passare dalle regioni anche la gestione del settore istruzione. Dunque uno stipendio differenziato su base regionale ha fatto letteralmente tremare l’opposizione, che su Valditara – soprattutto i Cinque Stelle – si era immediatamente accanita. “Vuole gettare la scuola nella disuguaglianza” avevano affermato i capigruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato.
Luca Pirondini e Anna Laura Orrico avevano fatto notare come in realtà garantire stipendi più alti al nord non avrebbe nulla a che fare con il merito, e che non tiene inoltre conto degli sforzi di migliaia di insegnanti nel mettersi in gioco in contesti molto disagiati.
Niente stipendi regionalizzati dunque, mentre il ministro prova a placare le polemiche. La volontà è quella di riuscire a trovare fondi per alzare gli stipendi di professori e insegnanti, che devono far fronte con il costo della vita sempre più alto.
Intervenuto a La7 dunque il ministro ha parlato della ricerca delle risorse, trovare fonti di finanziamento. “Un professore non riesce a vivere con 1.500 euro al mese” dice Valditara a Omnibus, parlando di come la sfida sarà quella di riuscire ad aiutare i professori che si trovano a fare i conti zone dove il costo della vita è maggiore, tra Nord, Sud e Centro.
L’intenzione sarebbe quella di portare la sfida a livello europeo – una vera impresa -, interpellando la commissaria Mariya Gabriel visto che il tema riguarda non solo i confini italiani.
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