La sua salute inizia a vacillare e, per questo motivo, i suoi avvocati difensori presenteranno richiesta di arresti domiciliari. Stiamo parlando di Renato Vallanzasca, oggi detenuto di 72 anni.
È stato protagonista della mala di Milano fra gli anni ’70 ed ’80. Oggi è in carcere e i suoi avvocati sono pronti a chiedere gli arresti domiciliari. Vediamo perché.
I suoi avvocati sono pronti a presentare la richiesta di ottenimento degli arresti domiciliari e sono anche pronti a depositare una consulenza medico legale per segnalare alcuni problemi fisici e anche mentali del loro assistito. Sono i difensori di Renato Vallanzasca, ex protagonista della malavita milanesi, a dichiarare ciò.
Oggi Vallanzasca ha 72 anni ed è detenuto. Ha presenziato alla sua udienza (che però è stata rinviata dopo poco), udienza che è scaturita dalla richiesta della Procura di Milano di applicargli un ulteriore isolamento diurno per altri 6 mesi. Sono state, però, alcune parole dello stesso Vallanzasca a suscitare qualche pensiero: “Per me è stato faticoso venire qua oggi, ho le mani a pezzi per le manette, mi procurano dolore ai polsi, la prossima udienza non ci sarò” – ha dichiarato.
L’udienza è stata rinviata a maggio ma, come dicevamo, saranno proprio i suoi legali a depositare, la prossima settimana, una consulenza medico legale per segnalare problemi seri di salute, dal punto di vista fisico e mentale, dello stesso Vallanzasca e a chiedere al tribunale di Sorveglianza la detenzione domiciliare in una struttura.
Precedentemente, i suoi avvocati avevano già presentato una simile richiesta che era stata, però, rigettata. Si trattava di una richiesta di liberazione condizionale e semilibertà. Vallanzasca è stato condannato all’ergastolo e, nella richiesta del 2021, era scritto che lui “era un uomo provato, sia nel fisico che nella mente, segnato da circa 50 anni di carcere”.
A volte, il 72enne appare anche spaesato e, per questo motivo, i suoi legali avevano già presentato una documentazione medica con richieste e valutazioni neurologiche circa il loro assistito.
Stando a quanto è emerso, sempre a Vallanzasca, di recente, è stata anche revocata, causa proprio le sue condizioni precarie di salute, la possibilità “di uscire con permessi per frequentare la comunità in cui stava andando negli ultimi anni”.
La richiesta di aggravare ulteriormente il suo isolamento era stata avanzata dalla Pm Blasco dell’ufficio esecuzioni, in un documento agli atti. Veniva, in esso, infatti, ricalcolato il cumulo dei suoi anni di pena da scontare, anche sulla base della condanna, definitiva dal 2016, per la tentata rapina compiuta all’interno di un supermercato nel 2014, quando aveva ottenuto la semilibertà. Libertà che, dopo questo evento particolare, gli è stata revocata.
Ora, il peggioramento delle sue condizioni di salute, potrebbe riportare a ripensare la sua pena, anche sulla base della richiesta dei domiciliari che i suoi avvocati presenteranno.
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