Attraverso un report di Csel, il Centro Studi Enti Locali, emerge una preoccupante situazione sul livello di formazione elargito ai dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Poca e molto variegata lungo lo Stivale è la formazione a cui sono sottoposti i dipendenti della pubblica amministrazione italiana; nonostante la sempre più preponderante centralità della cosiddetta formazione continua in ogni contesto lavorativo. È ciò che emerge dal rapporto Csel, il Centro Studi Enti Locali, sui dati del 2020 forniti dal Ministero di Economia e Finanza.
Secondo lo studio, alle estremità della forbice si collocano le amministrazioni di Valle d’Aosta e Calabria: la prima guida la classifica con 3,16 giorni di aggiornamento delle competenze in un anno, la seconda chiude con 0,16 giorni, circa 90 minuti in un anno. Bocciate dodici regioni su venti, solo otto (tra cui la stessa Valle d’Aosta) si collocano al di sopra della media nazionale.
Non solo le ore per l’istruzione dei dipendenti sono scarse (anche le “eccellenze” in classifica non sono propriamente esempi di virtuosismo), il report denuncia anche una disparità di genere. Sono nel più dei casi le donne a seguire i percorsi di aggiornamento, mentre latitano gli uomini. Solamente tre regioni vedono questo parametro capovolto, ossia: Trentino Alto-Adige, Toscana e Lazio.
Indubbiamente a pesare sugli indecorosi dati vi è stata l’emergenza pandemica che ha travolto la nazione nel febbraio del 2020. In particolar modo a crollare è stato il comparto sanitario, quello inevitabilmente più coinvolto dall’esplosione infettiva.
Questo settore, che fino al 2019, pur non brillando in termini assoluti, si poneva al di sopra della media statale, ha visto un’inflessione delle ore formative di circa il 60%. A discolpa di questa classe lavorativa vi è indubbiamente l’eccezionalità e gravità dell’evento fronteggiato, per il quale medici ed infermieri si sono dovuti arrangiare di fronte all’imprevedibilità del contesto venutosi a creare.
La situazione è nota al ministero e difatti lo scorso gennaio il segretario della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha deciso di inviare una e-mail ad ognuno dei suoi dipendenti per ribadire la centralità dei corsi di aggiornamento messi in campo dall’esecutivo. L’iniziativa, il tempo saprà dire quanto efficace, è stata in primo luogo rivolta alla sponsorizzazione del piano “Ri-formare la Pa. Persone qualificate per qualificare il Paese”: un progetto ministeriale articolato in più filoni che intende rafforzare l’offerta formativa rivolta al personale amministrativo nonché rendere tale proposta maggiormente fruibile e coinvolgente per i potenziali frequentatori.
Ora che la pandemia sembra avviata a ridurre il suo peso sulle attività di questo organo statale, il ministero deve aprire un’epoca di profonde riforme.
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