Vanna Marchi è stata vittima dei ladri, che le hanno sottratto la borsa. L’ex regina italiana delle televendite era in compagnia della figlia, Stefania Nobile, nel bar in via Napo Torriani a Milano, in zona stazione Centrale, dove la donna lavora dopo aver scontato parte della sua pena agli arresti in carcere. La notizia diffusa sul web ha fatto scatenare l’opinione pubblica con una serie di commenti, anche impietosi: evidentemente gli italiani ancora ricordano i raggiri dell’ex teleimbonitrice, già condannata per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e bancarotta fraudolenta.
I ladri sono riusciti a portar via la borsa di Vanna Marchi, che era appoggiata, incustodita, su un tavolino.
All’interno della borsetta c’erano documenti e oggetti personali della donna.
E’ stata la figlia della Marchi a denunciare il furto alla polizia.
Alla diffusione della notizia, sul web i commentatori non si sono risparmiati.
Evidentemente le malefatte della donna e del suo team hanno lasciato un segno, e gli italiani sono ancora molto indignati.
Ecco alcuni esempi presi dal web.
I commenti degli italiani alla notizia
Le vicende giudiziarie di Vanna Marchi
Le vicende giudiziarie di Vanna Marchi iniziano nel 1990 per una bancarotta con relativo arresto. Scarcerata, venne assunta ancora per fare televisione, ma la svolta arrivò nel 1996, con la costituzione della Ascié Srl. Vanna Marchi fu condannata il 4 marzo 2009 in via definitiva a 9 anni e 6 mesi anni di carcere per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere. In tv lei, che prima era rivolta alla cura della bellezza esteriore vendendo creme e cremine scioglipancia, nell’ultimo periodo della carriera vendeva numeri del lotto, si riteneva capace di togliere il malocchio e le fatture con sali e talismani e portava fortuna e denaro a chi la pagava. Il lavoro veniva svolto insieme alla figlia Stefania Nobile e al mago brasiliano Mario Pacheco Do Nascimento, scappato poi in Brasile per sfuggire al mandato di cattura (e ormai tutto è in prescrizione). Le vittime, è stato accertato, venivano pressate, intimidite, minacciate, sfruttate.