La Grecia è sull’orlo del baratro, l’Italia sta facendo i primi passi per uscire dalla crisi, ma per 24 minuti di ospitata lo scorso 27 settembre a Che tempo che fa, Yanis Varoufakis ha ricevuto dalla tv di stato italiana 24mila euro netti. Una cifra folle: per ogni minuto trascorso come ospite di Fabio Fazio su RaiTre, l’ex ministro ellenico ha ricevuto mille euro come compenso. La polemica ha investito non solo l’azienda di viale Mazzini ma anche l’economista e professore greco: lui stesso ha pubblicato un post con tutte le spese e i compensi ricevuti per conferenze e apparizioni tv da settembre 2015, cioè dopo le sue dimissioni, in risposta alle accuse dei media inglesi. Nell’elenco, compaiono cinque voci di compensi e uno solo appartiene a una televisione: quello della Rai.
L’ex ministro si è difeso dalle frecciate che gli sono piovute addosso da oltremanica. Il Telegraph e il Times of London, hanno ricordato che Varoufakis è stato pagato per le sue apparizioni a convegni e incontri, accusandolo di sfruttare la tragedia della Grecia e la notorietà che gli è arrivata dalla posizione di ministro delle Finanze per battere cassa.
Per tutta risposta, l’ex ministro ha pubblicato l’elenco dei suoi interventi negli ultimi due mesi. Cambridge, Oxford, Bbc, Bocconi, Financial Times, il Guardian: sono solo alcuni degli impegni della sua fitta agenda, per cui non ha ricevuto alcun compenso, viaggiando spesso in Economy. Cinque sono le voci con pagamento del cachet: un discorso alla Biennale di Mosca (mille euro e il viaggio in Economy); l’intervento al Volksbühne Theater di Berlino (500 euro e viaggio in Economy); un evento al municipio di Barcellona (1.700 euro e viaggio in Economy); la conferenza annuala di Abraaj a Singapore (28mila euro e viaggio in Business Class); l’intervento alla trasmissione di RaiTre (24mila euro e volo in prima classe).
Le polemiche non sono mancate, visto che la Rai è stato l’unico media a pagare Varoufakis per un’intervista e i vertici dell’azienda hanno deciso di correre ai ripari con una direttiva per vietare compensi a politici che partecipano a trasmissioni, anche per le società che producono per la Rai. La replica di viale Mazzini infatti, sosteneva che a pagare Varoufakis sia stata Endemol, società “che ha la gestione diretta economica degli ospiti della trasmissione, all’interno di un plafond complessivo e concordato”, si legge in una nota. Peccato che solo la tv di stato italiana abbia pagato: un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno.
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