Risale al 18 settembre l’editoriale pubblicato su First Things, il mensile di stampo conservatore religioso, a firma del segretario di Stato americano, Mike Pompeo. Parlando di “responsabilità morale”, così come citava il titolo dell’articolo, Pompeo avrebbe puntato il dito contro gli accordi tra Vaticano e Cina per la nomina dei vescovi: “Se dovesse rinnovare l’accordo, il Vaticano metterebbe a rischio la propria autorità morale“, scriveva.
Usa-Vaticano: strumentalizzazione?
La Santa Sede, però, non ha apprezzato l’ingerenza. Non a caso, nel corso di un simposio sulla libertà religiosa aperto stamattina da Pompeo, in cui è intervenuto anche il Segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano, Paul Richard Gallagher, non sono mancati attimi di tensione.
Alla domanda se la stessa partecipazione di Pompeo fosse un tentativo di strumentalizzazione del Papa, in piena campagna elettorale negli Usa, il monsignore ha risposto “Sì“, senza riuscire a mantenere una linea diplomatica di fronte alla platea.
L’accordo si discute, ma non oggi
In realtà, durante l’incontro non c’è stato alcun riferimento alla Cina: “Non mi avete sentito pronunciare la parola “Cina”? Non mi avete sentito pronunciare nessun nome di nessun Paese: questa è la prassi della diplomazia vaticana“, ha chiarito Gallagher.
A spostare l’attenzione sugli accordi, infatti, era stato nei giorni precedenti il cardinale Pietro Parolin, dichiarando che vi fossero “buone possibilità” di un rinnovo dell’accordo, probabilmente in discussione a ottobre nell’eventualità di un nulla osta di Papa Francesco.
Usa-Vaticano e la questione cinese
L’accordo tra Cina e Vaticano, ufficialmente scaduto il 22 settembre, comunque non riguarda questioni formali, già interrotte tra i due Paesi nel 1951. Niente diplomazia quindi, ma solo un dialogo “ecclesiale e religioso“.
Questo, forse, il motivo del livore del monsignore. “Con la Cina, il nostro interesse attuale è quello di normalizzare il più possibile la vita della Chiesa. La nostra prospettiva è su questo tema ecclesiastico“, spiegava Parolin.
Vaticano, udienze programmate e negate
I due ecclesiasti, Parolin e Gallagher, hanno in programma un’udienza per giovedì 1 ottobre. L’incontro che invece non vedrà la luce del giorno è quello tra Mike Pompeo e il Santo Padre. Ufficialmente non si sa se fosse stata chiesta udienza dal rappresentante statunitense, ma le parole di Gallagher l’hanno di certo esclusa dal calendario: “Francesco non lo vedrà“.