Si scrive Nbt, una sigla che sta per New Breeding Techniques, ad etichettare quei prodotti della natura destinati con tutta probabilità a sostituire gli Ogm nelle nostre tavole. Parliamo ancora una volta di vegetali geneticamente modificati, ma gli Nbt prevedono differenti tecnologie di selezione, che non dovrebbero ricadere nei limiti e divieti imposti ad esempio dalla Ue riguardo l’utilizzo dell’ingegneria genetica nel settore agroalimentare.
La parola definitiva spetterà alla Commissione Europea entro il prossimo 30 marzo, quando l’istituzione dovrebbe finalmente emettere il proprio giudizio dopo un lungo e attento studio su questi nuovi organismi geneticamente modificati. Da un punto di vista strettamente tecnico, questi Nbt sono basati sull’utilizzo di tecniche quali selezione varietale inversa, nucleasi a dito di zinco, mutagenesi oligonucleotide diretta, nomi complicati per l’uomo della strada, ma che in comune hanno la peculiarità di non inserire alcun elemento estraneo alla sequenza genica delle piante interessate: Giovanni La Via, presidente della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo, ha spiegato ai media che ‘alcune di queste tecniche non generano ‘organismi Frankenstein’, poiché sono di vegetali che hanno subito modificazioni che si sarebbero potute ottenere anche naturalmente facendo miliardi di complessi e costosi incroci‘. L’ultima parola spetterà all’Unione Europea attraverso gli organismi preposti, ma intanto anche il blocco degli Ogm previsto da una direttiva approvata nei mesi scorsi deve confrontarsi con nuovi ostacoli di natura regolamentare.
Il servizio giuridico del Consiglio dei ministri dell’Ue ha infatti espresso forti perplessità sulla compatibilità della proposta con il mercato interno dell’Ue, ed anche con le regole internazionali all’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto), per cui la possibilità dei Paesi membri di limitare o vietare l’uso di Ogm all’interno dei propri confini sarebbe ancora a rischio. Nelle prossime settimane si comprenderà meglio se la proposta della Commissione sia completamente fondata giuridicamente o meno, ed all’incirca nello stesso periodo vedremo se questi nuovi vegetali Nbt avranno il via libera definitivo dalla Ue. In ogni caso l’uso massiccio delle tecniche scientifiche nei prodotti della terra sembra non conoscere ostacoli, con tutti i pro e i contro di un fenomeno del genere.