I veleni per cani rappresentano purtroppo uno dei pericoli ricorrenti che un proprietario di un animale domestico deve fronteggiare, poiché ci sono ancora molte persone che lasciano esche e bocconi tossici, pensando magari di debellare il problema del randagismo in questo modo, oppure perché il cane mangia inavvertitamente esche destinate ad altri animali. Come riconoscere i veleni per cani? Poiché il nostro amico a quattro zampe è come un aspirapolvere pronto ad ingurgitare qualsiasi cosa trovi interessante, il rischio che possa rimanere intossicato resta elevato per qualsiasi proprietario, sia se si abita in città che in campagna. L’insidia si nasconde in pezzettini di carne di ogni tipo, polpette, fette di prosciutto, bocconcini: vediamo quali sono i veleni per cani e come riconoscerli, i sintomi più comuni e le eventuali contromisure da mettere in campo tempestivamente.
Le conseguenze dell’avvelenamento dipendono da diversi fattori, ovviamente partendo dal tipo di veleno utilizzato e dal tempo trascorso dall’ingestione, ma contano anche il dosaggio, il peso e la taglia dell’animale. Vediamo adesso quali sono le sostanze più utilizzate per avvelenare i cani con le esche.
Veleni e sintomi
Celebrata e resa famosa dai gialli di Agatha Christie, la stricnina è un potente veleno che si presenta come una polvere bianca, in grado di uccidere persino una volpe, ed è molto utilizzata soprattutto in campagna: i sintomi compaiono tra i 10 e i 30 minuti, e comprendono convulsioni, irrigidimento corporeo, pupille dilatate, salivazione abbondante, guaiti, fino al sopraggiungere della morte per blocco respiratorio entro pochi minuti, dopo aver agito sul sistema nervoso centrale. Assai più subdolo è l’uso del comune antigelo come veleno per cani, poiché per loro, a quanto riferiscono i veterinari, questa sostanza ha un buon sapore, per cui l’animale ne viene attratto: il primo sintomo compare entro 30 minuti con nausea, vomito, tremori e convulsioni, e l’animale tende a bere e ad urinare in grandi quantità. Nel giro di 12-24 ore comincia a respirare in modo affannato, ed aumenta il battito cardiaco, e tra le 24 e le 72 ore compaiono complicazioni ai reni, disidratazione, fino al coma e alla morte. In questi casi è necessario correre all’ambulatorio medico poiché è consigliabile intervenire entro 5 ore dall’ingestione per avere maggiori possibilità di salvezza.
Un altro metodo molto comune per intossicare Fido è il veleno per topi, che si presenta sotto forma di un liquido blu, dei granuli di colore rosso, fucsia o blu, o ancora una cialda oppure una pasta di colore nero: questa potente sostanza è in grado di procurare gravi emorragie interne ed esterne, dal naso, dalle orecchie, dalle gengive. Il veleno agisce 48 ore dopo l’ingestione, per cui se non ci si è accorti che il cane ha ingerito un boccone per strada bisogna correre dal veterinario, in caso contrario bisogna farlo vomitare immediatamente. Un altro veleno che spesso causa problemi ai cani è la metaldeide usata contro le lumache, che si presenta in granuli di colore azzurro e verde, con sintomi simili a quelli della stricnina, che compaiono dopo 2 o 3 ore. In caso di ingestione dobbiamo recarci immediatamente dal veterinario, in quanto non esiste ancora un antidoto preciso, intervenendo sui possibili sintomi quali tremori, pupille dilatate, convulsioni, diarrea verdastra, disturbi respiratori e battito accelerato.
Cane intossicato: come agire?
Come possiamo agire tempestivamente se il cane risulta avvelenato? Innanzitutto non possiamo esimerci dal dire che la prevenzione è il primo consiglio utile, poiché se stiamo attenti a cosa fa il nostro animale quando lo portiamo a passeggio riduciamo sensibilmente i rischi. In caso di incidente, la cosa migliore è dare un cucchiaio di acqua ossigenata al cane per farlo vomitare, per cui è necessario portare sempre appresso una confezione per intervenire con prontezza. Assolutamente sbagliato far bere del latte invece, benché sia convinzione comune che funga da antidoto: in realtà il latte è efficace solo per alcune sostanze tossiche, mentre in altri casi al contrario velocizza l’azione del veleno. Per il resto bisogna rivolgersi ad un ambulatorio veterinario che saprà dare l’antidoto giusto all’animale, ad esempio psicofarmaci come il diazepam per la stricnina.
Ricordiamo in ultimo che se ci si imbatte in esche sospette bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine che provvederanno a bonificare l’area: come esplicitamente previsto dalla normativa sul maltrattamento degli animali, l’utilizzo di bocconi avvelenati è un reato punito con pesanti multe ed anche la reclusione.