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Categories: Spettacoli

Veloce come il vento: la nostra recensione

Veloce come il vento è il nuovo film del giovanissimo regista romano Matteo Rovere (classe 1982), prodotto da Domenico Procacci per Fandango e Rai Cinema. Uscito nelle sale cinematografiche il 7 aprile, il film è una splendida metafora della vita, che va Veloce come il vento appunto, ma che è anche in grado di regalare un senso e il riscatto quando meno li si attende. È quello che succede a Giulia De Martino (interpretata dall’esordiente – e straordinaria – Matilda De Angelis), giovane pilota diciassettenne che partecipa al campionato GT, a suo fratello minore Nico e soprattutto al fratello maggiore Loris (l’ironico e “allucinato” Stefano Accorsi).

VELOCE COME IL VENTO: LA TRAMA

Quando Giulia e Nico De Martino restano orfani di padre (la madre è fuggita e non compare mai nel film), nella vita dei due ragazzi torna Loris, il fratello maggiore che da dieci anni era sparito per condurre un’esistenza da tossicodipendente assieme alla sua compagna. Loris era andato via di casa per dissidi con il padre, aveva un passato da campione di rally (conosciuto con il soprannome di Ballerino) ed era quello che si può definire un’anima persa e in pena. L’occasione di ritrovarsi tutti quanti dopo la morte del padre diventa quindi il modo, per tutti, di crescere maturare e riscattarsi (qui trovate maggiori dettagli sulla trama del film mentre cliccando qui avrete la possibilità di guardare il trailer).

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LA SINERGIA CON PEUGEOT

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Oltre a Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Paolo Graziosi, Roberta Mattei, Lorenzo Gioielli, Giulio Pugnaghi grandi protagoniste di Veloce come il vento sono anche le auto Peugeot. L’azienda si è impegnata a far sì che il film potesse essere realizzato, anche grazie alla presenza del suo testimonial d’eccellenza – Stefano Accorsi. E sono due le vetture Peugeot protagoniste del film: la 205 GTi 1.9 e la 205 Turbo 16 (quest’ultima campione del mondo rally 1985 e 1986). Proprio la 205 Turbo 16 viene guidata da Stefano Accorsi durante una gara clandestina che si svolge tra i Sassi di Matera. La presenza di Peugeot è stata sigillata anche dal grande pilota Paolo Andreucci, che ha fatto da controfigura nelle principali scene di guida (anche se Stefano Accorsi ha voluto guidare personalmente in molte di esse). Oltre all’emozionante corsa lungo le vie di Matera, il film è stato girato anche sulle note piste di Imola, Monza e Vallelunga.

VELOCE COME IL VENTO: PERCHE’ VEDERLO

Veloce come il vento è un film da vedere per diversi motivi: prima di tutto perché è una pellicola “anomala” per il cinema italiano, e questo viene detto nel senso più positivo del termine. Anomala perché ambientata in un mondo – quelle delle corse automobilistiche – che in genere non è soggetto prediletto nel cinema italiano. Altre motivazioni? L’adrenalina che si respira in tutte le scene in cui vengono mostrate le auto in corsa; la grande prima prova di Matilda De Angelis, che interpreta una Giulia più matura dei suoi appena 17 anni e che è riuscita a restituire sullo schermo una donna – non ancora donna – determinata e che non si lascia abbattere da una vita che è tutt’altro che semplice; per il piccolo Nico, il fratello minore di Giulia e di Loris, per cui, per tutto l’arco del film, si prova tenerezza ma anche simpatia, perché Nico sembra essere il piccolo di casa che subisce restando in silenzio e senza sorridere mai ma che invece riesce spesso a imporre la sua volontà in modo piuttosto efficace.

Altro grande motivo per andare a vedere Veloce come il vento è Stefano Accorsi. L’attore bolognese ha subìto una profonda trasformazione fisica per interpretare il ruolo di Loris, e pur portando sullo schermo un personaggio tormentato (Loris è tossicodipendente), è riuscito a renderlo estremamente simpatico. Loris è sì consumato dalle droghe ma è anche capace di dimostrare amore per la famiglia e senso del dovere quando a tratti recupera un briciolo di lucidità. E soprattutto, Loris dimostra di essere ancora un pilota molto esperto e che la passione può essere capace di grandi cose.

Ultimo, ma non ultimo, motivo per andare al cinema a vedere Veloce come il vento: alcune frasi che restano scolpite nel cuore di ognuno, delle massime da far proprie. Un esempio? “Non pensare alla curva che hai davanti, ma a quella che ancora non vedi“.

Barbara Vellucci

Barbara Vellucci è stata collaboratrice di Nanopress dal 2015 al 2017, occupandosi principalmente di tecnologia, sicurezza informatica, novità tech, social network.

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