«Il nostro paese non ha una buone nomea…che vuoi fare? È una disgrazia, appena sentono “napoletano” già si mettono in guardia. Perché è sempre stato così. Quando succede un furto di abilità o di astuzia in un altro paese del mondo, pure se è inventato per far ridere, si dà per certo e si dice che è successo a Napoli». Così Eduardo De Filippo difendeva, in Napoli milionaria, forse la più bella e la più famosa delle sue commedie, la sua città natale troppo spesso attaccata, derisa e offesa con i pregiudizi e le maldicenze.
Già dai giorni immediatamente successivi, l’assassinio di Ciro Esposito è stato vissuto da molti come un crimine contro Napoli e i napoletani (anche se forse sarebbe stato meglio se lo stesso paragone fosse fatto anche in altre occasioni). L’omicidio di Ciro Esposito è, infatti, di sicuro un’assurdità, uno scandalo che dovrebbe far indignare chiunque: ma perché è stato ucciso per motivi di tifoseria calcistica, non perché era napoletano. Al posto di Ciro Esposito avrebbe – ahimè – potuto esserci un tifoso dell’Atalanta, del Genoa o di qualsiasi alta tifoseria che è riuscita negli anni ad accendere e alimentare un odio così forte da arrivare a spararsi con un’altra tifoseria.
Il crimine commesso da Daniele De Sanctis, soprannominato Gastone, o da qualsiasi altri tifoso della Roma è indubbiamente un’infamia, ma l’ultima cosa di cui ha bisogno Napoli ora è tentare di vendicarsi e trasformarsi da vittima in carnefice. Così come molti promettono, minacciano e forse è già anche successo (due sono i casi sospetti: il 7 luglio un venticinquenne tifoso della Roma e aiuto cuoco in un hotel di Napoli è stato accoltellato al grido di «sporco romano» e il 15 luglio un turista romano, tradito dall’accento, è stato accoltellato nei pressi della stazione centrale).
Nella stessa commedia Eduardo, rivolgendosi al figlio, continuava: «Tu che sei giovane dovresti dare il buon esempio: così, quando senti che parlano male del tuo paese, tu, con tutta la coscienza, puoi dire: “Va bene, ma ci sono i delinquenti e la gente onesta come in tutti gli altri paesi del mondo”». Quest’appello vale oggi come allora e, oggi come allora, è necessario difendere Napoli e i napoletani dalla “brutta nomea” che portano.
Per questo la vendetta fra tifoserie è di sicuro la scelta più stupida che si possa fare e, se proprio sarà questa la scelta che gli ultras accecati dalla fede calcistica continueranno a fare, bisogna che tutti i napoletani onesti, tifosi o non, condannino questi atteggiamenti criminali e dannosi per l’immagine stessa della città e dei suoi abitanti.
Se non volete farlo per Napoli, fatelo almeno per Ciro Esposito e per i suoi familiari. «Ciro è stato ucciso per un atto di violenza. – ha infatti dichiarato qualche tempo fa la madre Antonella Leardi – Questo non deve accadere più. Nessuno più deve pagare e soffrire per una cosa bella come il calcio che Ciro amava tanto. Basta con la violenza. Ragazzi alzate gli striscioni, applaudite, battete le mani, fate i cori. Nel nome di Ciro basta con la violenza, ve lo vieto».
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