Un’azienda in Veneto permette ai propri dipendenti di portare i figli sul posto di lavoro: è la veneta Wear Me che produce fasce per neonati e abbigliamento adatto alla gravidanza.
Portare i propri figli in azienda mentre si lavoro: questa è l’idea che è venuta a Wear Me, azienda sita in Veneto, precisamente a Castelfranco, che permette ai suoi dipendenti di entrare accompagnati dalla prole.
Veneto, azienda permette di portare i figli sul posto di lavoro
Sembra una favola, eppure è semplice realtà. Wear Me, azienda di Castelfranco, in Veneto, consente ai suoi dipendenti di recarsi a lavoro accompagnati dai loro figli. L’azienda si mostra, dunque, molto attenta alla conciliazione tra la vita privata e quella professionale dei lavoratori che ha alle proprie dipendenze.
Wear Me produce fasce per neonati e abbigliamento pre e post gravidanza. Pertanto, chi più sensibile di Wear Me poteva essere attenta a questa sensibile tematica che, spesso, induce le donne a restare a casa per accudire i figli, rinunciando alla propria carriera o a un impegno lavorativo.
Chi ha fondato l’azienda
Virginia Scirè è la fondatrice di questa azienda che, da Ferrara, si è spostata in Veneto per avviare la propria attività, dopo aver conseguito una laurea in Economia. Come lei stessa afferma “durante gli studi ho sempre lavorato facendo un po’ di tutto, poi ho trovato lavoro in una società finanziaria dove sono rimasta fino a pochi mesi dopo esser diventata mamma”.
A tre mesi dal parto, la donna fu trasferita a Verona. Una decisione azienda insostenibile per l’imprenditrice che decise di rassegnare le dimissioni, in quanto suo figlio aveva bisogno della sua presenza, in quanto soffriva di problemi di salute.
Chiusa una porta, si apre un portone: Virginia mette in piedi la sua attività nel settore del commercio sul web. Inizia, dapprima, su eBay, per poi aprire il suo ufficio nel 2010, proponendo alla clientela abbigliamento per i più piccoli.
L’idea rivoluzionaria della fascia per neonati
Quando Virginia diede alla luce la sua secondogenita, ebbe un’illuminazione: quella di realizzare una fascia che potesse sostenere il neonato e, nel contempo, avere le mani libere per svolgere altre mansioni, senza perdere di vista il bambino.
“La fascia mi ha svoltato la vita. Ho iniziato ad informarmi dopo aver visto quando bene faceva a mia figlia, che piangeva meno, dormiva di più, senza contare il bene che faceva a me, mamma e donna“, ha sottolineato l’imprenditrice.