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Venezia, rifiuti nei canali: la denuncia di Legambiente

Da Com’è triste Venezia a com’è sporca Venezia, con cumuli di rifiuti lungo i canali che farebbero inorridire il novantenne Aznavour, e dovrebbero indignare non solo i veneziani, ma tutti coloro che hanno a cuore questa città unica al mondo. La Goletta Verde di Legambiente ha rilevato in questi giorni nei celebri canali della città lagunare oltre 500 rifiuti galleggianti in appena 7 chilometri, in media uno ogni 13 metri, nella maggior parte dei casi plastica, un monitoraggio che fa parte della campagna Don’t Waste Venice inserita all’interno del progetto europeo di ricerca DeFishGear. La Goletta si tratterrà fino al 27 giugno per raccogliere tutti i dati riguardanti le acque venete, ma questa analisi preliminare svela quanto l’indifferenza e la superficialità, per non dire peggio, di turisti e cittadini, insozzino la città di Venezia.

Nelle acque veneziane si trova di tutto, in prevalenza contenitori di liquidi, che rappresentano più del 25 per cento del totale, seguiti da frammenti di plastica e polistirolo, e pezzi di imballaggi. Completano il desolante quadro mozziconi, pacchetti di sigarette e accendini, che rappresentano circa il 9 per cento degli oggetti trovati, mentre per il 6 per cento vi sono i sacchetti di immondizie, sia pieni che vuoti. Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, ha spiegato i motivi di questa campagna: ‘Quello dei rifiuti in mare, e in particolare della plastica, è un problema sottovalutato, ma va ormai considerato come un’emergenza. In questo ambito, Venezia, città complessa, è un tema ancor più particolare, anche se la città ancora non si è resa conto di dover gestire il problema. E abbiamo fatto partire adesso la campagna perché inizia adesso il massimo carico turistico, perché intendiamo smuovere anche i comportamenti individuali‘. I monitoraggi lungo i canali di Venezia non si fermano qui, e Legambiente promette una seconda tornata di due settimane tra fine ottobre e inizio novembre, anche per comprendere quanto il flusso turistico influenzi l’aumento dei volumi di immondizia.

Il progetto europeo riguarda specificamente i rifuti gettati in mare, è stato finanziato dall’Unione Europea in collaborazione con il Ministero italiano, ed è iniziato a novembre 2013 con i primi monitoraggi, per concludersi la prossima primavera. Tre anni che daranno un quadro piuttosto esaustivo della situazione in cui versano i mari a causa dell’inciviltà dell’uomo: per restare a Venezia, i dati preliminari, relativi ai fondali di Chioggia, evidenziano una densità media di oltre 700 rifiuti per chilometro quadrato, e nel 92 per cento dei casi parliamo di semplice plastica che potrebbe essere tranquillamente riciclata compiendo l’opportuna raccolta differenziata. Plastica presente anche in piccole dimensioni, che i pesci presenti nella zona potrebbero ingerire senza accorgersene. Sì è davvero triste Venezia, sfregiata più dagli uomini che dallo stato precario delle sue fondamenta.

Giulio Ragni

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