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Le ultime notizie dal Venezuela sono drammatiche. Il presidente Nicolas Maduro è stato contestato di nuovo aspramente da migliaia di persone che sono scese in piazza a Caracas per manifestare di nuovo contro il governo venezuelano. Sono settimane che gli oppositori che protestano contro le azioni del governo si fronteggiano con le bande armate “colectivos”, fedelissimi di Nicolas Maduro. Ad un corteo organizzato il primo maggio nella Capitale del Venezuela ci sono stati violenti scontri con le forze dell’ordine quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere, superando i blocchi degli agenti in assetto antisommossa, l’ufficio della commissione elettorale nazionale e la sede della Corte Suprema: la folla è stata dispersa con gas lacrimogeni. Negli scontri è rimasto ferito un deputato dell’opposizione. Nell’ultimo mese di protesta il bilancio delle proteste antigovernative è stato di almeno 30 morti e centinaia di feriti.
NICOLAS MADURO E IL VENEZUELA CHAVISTA
Il presidente Nicolas Maduro ha annunciato il via di un processo per riformare la Costituzione con la convocazione di “un’Assemblea Nazionale Costituente chavista“, un’assemblea Costituente “popolare, dei cittadini, e della classe operaia”. “Sto parlando di una Costituente operaia, decisamente operaia. Non sto parlando di una Costituente dei partiti o delle élite, intendo dire una Costituente femminista, giovanile, studentesca, una Costituente indigena, ma anzitutto una Costituente profondamente operaia”, ha dichiarato Nicolas Maduro, precisando che una parte dei suoi componenti saranno scelti dai diversi settori della società con l’obiettivo di riformare la struttura giuridica dello stato e “portare la pace al nostro Paese”.
In poche parole il presidente del Venezuela Nicolas Maduro vuole mettere fuori gioco il Parlamento, controllato dall’opposizione, che ha infatti già denunciato che si tratta di una mossa ‘golpista’. A sua volta Maduro ha parlato del “colpo di Stato permanente promosso dalla destra fascista”, e delle necessità di “un nuovo scenario per porre fine a questo golpe perenne”.
LA CRISI IN VENEZUELA E LE PROMESSE DI MADURO
Maduro ha promesso al Venezuela (e ancora di più a suoi sostenitori) l’uscita dalla crisi durante un comizio in occasione della tradizionale sfilata della Festa dei Lavoratori del primo maggio, mettendo sul piatto un ulteriore aumento del salario minimo (il terzo nel corso dell’anno) di circa il 60% per tutti i lavoratori statali e per i pensionati. Ma non solo, la cura del ‘male’ sarebbe infine la ‘nuova assemblea’. La Costituente dovrebbe avere come scopo proprio “la pace di cui il Paese ha bisogno, per sventare il colpo di Stato fascista e perché sia il popolo con la sua sovranità a imporre la pace, l’armonia e il dialogo nazionale autentico”.
Dall’opposizione, però, Julio Borges, presidente del Parlamento, ha denunciato a tutta voce che questa iniziativa non è altro che “una Costituente truffa, inventata solo per distruggere la Costituzione attuale e cercare di fuggire così all’inesorabile verdetto delle elezioni” che il governo chavista ha ritardato o sospeso da quando ha perso la maggioranza nel Potere Legislativo, nel dicembre del 2015.
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VENEZUELA ULTIME NOTIZIE: ASPRI SCONTRI E DECINE DI MORTI PER LE STRADE
Nel frattempo Nicolas Maduro è stato ampiamente contestato in diverse e numerose manifestazioni che si sono tenute nell’ultimo mese, tutte soffocate dal pugno duro mostrato dagli agenti della polizia (unità antisommossa della polizia e la Guardia Nazionale) che hanno usato lacrimogeni (e non solo) sugli oppositori in corteo. Dall’inizio di aprile il bilancio è di almeno 30 morti e centinaia di feriti, nonché di persone fermate o arrestate. Sulla stampa online e i social network si moltiplicano testimonianze, foto e video dell’intervento delle forze dell’ordine nella zona di El Paraiso e sulla Avenida Victoria, nell’ovest della capitale.
Paramilitares atacan terrazas de el paraíso a vista de los asesinos de la GN. Situación de anarquía en #Venezuela pic.twitter.com/50psV9a2X7
— Soldados de Franelas (@soldadoDfranela) 2 maggio 2017
IL VENEZUELA NELLE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
E dopo l’appello di papa Francesco, anche otto paesi latinoamericani – Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Perù, Paraguay e Uruguay – hanno sottoscritto un appello comune nel quale si associano a Bergoglio sulla necessità di ricercare al più presto “soluzioni negoziate” per la crisi politica e istituzionale in Venezuela.
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“Siamo d’accordo con Papa Francesco che occorre fare tutto il possibile per il Venezuela, ma con le garanzie necessarie'”, si legge nel documento degli Otto, definendo anche le condizioni per un dialogo politico a Caracas: “che cessi la violenza, si ripristini la piena funzionalità dello Stato di diritto, si liberino i prigionieri politici, si restituiscano le prerogative dell’Assemblea Nazionale e si definisca un calendario elettorale”. Da parte sua, il Tavolo dell’Unità Democratica (Mud, coalizione di opposizione) ha scritto una lettera aperta al pontefice, nella quale nega l’esistenza di divergenze fra i suoi partiti per il dialogo con il governo di Nicolas Maduro.