Il presidente del Venezuela Maduro ha ripreso, dopo l’isolamento degli ultimi anni, i rapporti internazionali e ha iniziato un percorso di reinserimento nelle questioni ufficiali.
Il capo di stato venezuelano ha ripreso i contatti internazionali durante gli ultimi mesi dopo che era stato isolato da molte autorità internazionali a seguito del suo insediarsi al potere nel 2019. Azione che è stata contestata in primis dagli Stati Uniti ma anche dall’Unione Europea. Ora le dinamiche mondiali causate principalmente dal conflitto in Ucraina hanno creato una sorta di riabilitazione del leader socialista al comando del Venezuela. La Nazione sta vivendo un momento drammatico e una crisi umanitaria che ha obbligato una grande fetta di popolazione ad emigrare altrove.
Il presidente venezuelano Maduro proviene da anni nei quali è stato isolato da molte autorità internazionali a seguito di diversi eventi che hanno caratterizzato gli ultimi anni della storia politica del Venezuela. L’ex sindacalista ricopre il ruolo di capo di stato dal 2013 a seguito della morte del suo predecessore e mentore Chavez.
Il Paese ha però subito un brusco peggioramento che è sfociato in proteste e manifestazioni dettate dalla crisi economica, della quale il popolo ha ritenuto colpevole Maduro. Aumento dei prezzi, corruzione e coercizione hanno trasformato le proteste in rivolte quotidiane nel 2016.
I rapporti del Venezuela con gli altri Stati hanno cominciato a deteriorarsi man mano che le azioni di Maduro diventavano volente e mirate al profitto di una cerchia ristretta. Tutto a discapito del benessere del popolo. Nel 2019 è stato eletto per un nuovo mandato da presidente ma le elezioni sono state contestate in quanto l’opposizione non si è presentata e l’affluenza alle urne è stata inferiore al 50%.
A quel punto il leader dell’opposizione Juan Guaidó si è opposto formalmente a Maduro proclamandosi presidente ma gli è stato contestati il colpo di stato. Nonostante molte nazioni avessero dato la loro approvazione alla carica di Guaidó la contestazione ha fatto sì che Maduro rimanesse al potere.
L’Onu nel 2020 si è scagliato duramente contro il presidente venezuelano e piano piano i rapporti con le nazioni occidentali, ma soprattutto con gli Stati Uniti, si sono incrinati. Durante il mando di Trump nel 2019 è stata stanziata dal governo statunitense una taglia di quindici milioni di dollari per la cattura di Maduro che è ritenuto colpevole di essere un narcoterrorista.
L’impoverimento del Venezuela è stato causato da un clima di corruzione alimentato da Maduro e dai diritti umani calpestati e la popolazione è stata costretta ad emigrare. Le accuse a suo carico sono innumerevoli ma nonostante ciò ha il sostegno dell’assemblea e dell’esercito.
Nonostante ciò le dinamiche che hanno segnato il recente periodo storico, in particolar modo la pandemia causata dal Covid e la guerra in Ucraina, hanno segnato il riavvicinamento di Maduro a diversi stati. A breve il presidente terrà dei colloqui con il Messico ma ha già riallacciato rapporti economici con gli Stati Uniti che solo tre anni fa hanno emanato un mandato di cattura internazionale.
Si parla principalmente di petrolio che è una risorsa presente in Venezuela e cara agli Usa. Per riallacciare i rapporti hanno anche effettuato uno scambio di prigionieri e sono stati liberati i nipoti di Maduro incriminati per traffico di eroina. Necessità ed equilibri geopolitici che cambiano e si adeguano alle necessità attuali.
La carriera politica di Maduro è strettamente collegata alla linea di pensiero del suo predecessore e mentore socialista Chavez. È stato al fianco del capo di stato fino alla sua morte e nel 2013 ha preso il suo posto come indicato dal defunto presidente.
Da quel momento però il Venezuela ha visto un peggioramento repentino delle condizioni di vita del popolo e una politica che ha reso instabile il paese e minato l’economia. Durante il primo mandato l’aumento dei prezzi in particolare dei beni alimentari e del carburante hanno provocato il malcontento dei venezuelani.
La tensione e la crisi sempre in costante aumento hanno portato il popolo a scendere in strada e a creare vere e proprie proteste quotidiane nel 2016. Il governo ha sedato in maniera violenta i dissidenti dello stato avendo dalla propria parte l’esercito.
Il Venezuela è entrato in una crisi umanitaria che è sfociata oggi in una vera e propria tragedia umanitaria. Un quarto della popolazione è stata costretta a lasciare il Paese a causa della mancanza di cibo. Gli abusi e i soprusi sono all’ordine del giorno e la popolazione ha sofferto e sta soffrendo per la mancanza di beni di prima necessità e per la mancanza dei diritti primari come il diritto alle cure mediche.
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