Il Venezuela continua a essere sull’orlo della guerra civile. L’Assemblea costituente voluta dal presidente del Venezuela Nicolas Maduro dopo le elezioni del 30 luglio finite nel sangue con decine di morti in diverse città, minaccia di aggravare ulteriormente le forti tensioni che il Paese attraversa fin da aprile, quando è iniziata l’ondata di proteste contro il governo sostenuta dagli antichavisti. Da quella data sono 5.051 le persone arrestate in Venezuela (oltre 1300 sono ancora detenute in carcere), secondo una nota dell’organizzazione di difesa dei diritti umani Foro Penale. Il 10% sono donne, la maggior parte giovani e studentesse. E proprio il primo agosto è giunta la notizia che il SEBIN, il servizio Bolivariano di intelligence del Venezuela ha portato in carcere nuovamente due leader dell’opposizione, Leopoldo López e Antonio Ledezma, che si trovavano agli arresti domiciliari.
”Nelle ultime 24 ore la repressione chavista ha raggiunto livelli impensabili. La comunità internazionale non può rimanere in silenzio davanti ad un numero così elevato di morti in Venezuela. Non è stata data la possibilità alla stampa di presidiare e riportare notizie dai seggi elettorali, ulteriore segno di assenza di democrazia del regime in carica”. A ribadirlo è stato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che è riuscito a parlare telefonicamente con il leader dell’opposizione, Leopoldo Lopez, prima che fosse nuovamente portato in carcere.
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LA FINE DELLA DEMOCRAZIA IN VENEZUELA
Sull’elezione della Assemblea costituente nazionale in Venezuela, ha dichiarato: “E’ un triste giorno per la democrazia in Venezuela, per l’America Latina e per il mondo perché sono stati violati i trattati internazionali, la Costituzione del Paese e, ancora più grave, si agisce contro il volere del popolo. Non è la risposta giusta ai problemi di confronto politico e alla crisi umanitaria che stanno devastando il paese”. “Come presidente del Parlamento europeo, l’unica istituzione direttamente eletta dai cittadini europei, esprimo il mio totale supporto ai rappresentanti del popolo venezuelano: insieme all’Assemblea nazionale non riconosciamo questa elezione – ha proseguito Tajani -. E’ chiaro che il regime in carica voglia mantenere il potere. Il volere del popolo è di cambiare tale regime. E’ per questo che è necessario indire nuove elezioni democratiche ora”. “Il Parlamento europeo, nella sua ultima risoluzione sulla situazione in Venezuela, ha chiesto di inviare una delegazione parlamentare nel paese. Consulterò i gruppi politici UE su questa questione”, ha concluso il Presidente del Parlamento europeo.
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I MORTI IN VENEZUELA
Il bilancio delle vittime è salito a 121 morti da aprile, con 10 vittime solo nelle ultime ore, secondo i dati resi noti dalla Procura. Secondo Foro Penale, che offre assistenza legale alla maggior parte dei fermati, 527 degli arrestati in quasi 4 mesi di proteste sono stati portati davanti ai tribunali militari nonostante fossero cause civili. Una lista compilata da Foro Penale e certificata lo scorso 29 luglio dall’Organizzazione degli Stati americani (Oea) porta a 498 il numero dei prigionieri politici in Venezuela.
Alfredo Romero, su Twitter: 96 arresti sono stati effettuati domenica dalle forze di sicurezza durante le proteste in tutto il Paese in occasione del referendum per l’Assemblea costituente voluta da Maduro per riorganizzare l’ordinamento giuridico venezuelano.
LA ‘VITTORIA’ DI MADURO
L’Assemblea costituente eletta in Venezuela con l’appoggio unico del fronte chavista ha ottenuto a sorpresa il sostegno di circa 8 milioni di elettori, pari al 41,53%, un risultato celebrato dal presidente Nicolas Maduro con la promessa di misure contro il Parlamento (in mano all’opposizione), la Procura, i leader dell’opposizione e i media privati. Maduro ha ribadito che la Anc prenderà il potere nelle prossime ore e “revocherà l’immunità parlamentare ai deputati dell’opposizione” perché siano processati, agirà “contro la borghesia parassita” per trovare una soluzione alla crisi economica. Maduro ha criticato inoltre la copertura concessa al voto dai media privati venezuelani accusandoli “di censurare le elezioni” e ha chiesto un’indagine contro il canale Televen per “apologia di reato”. “Siamo in una guerra di comunicazione contro le menzogne della televisione, attenzione”, ha avvertito. “Cosa dovrebbe fare ora la Costituente con la Procura. Di certo bisogna ristrutturarla immediatamente” e “dichiararla in stato di emergenza”, si è risposto Maduro, “Nessuno è al di sopra del potere costituente”, ha ribadito “È arrivato il tempo di una nuova storia”.
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VENEZUELA IN CRISI: REAZIONI NEL MONDO
Numerosi Paesi hanno già espresso il loro rifiuto della nuova Costituente come Colombia, Argentina, Perú, Panama, Messico, Costa Rica e Paraguay. Anche il governo degli Stati Uniti ha condannato l’Assemblea costituente prendendo misure ferme contro i suoi membri e il resto “degli architetti dell’autoritarismo” nel Paese.
E infatti il presidente venezuelano Nicolas Maduro, definito ‘dittatore’ dal governo di Donald Trump – appellativo evitato finora – non può entrare negli Stati Uniti in virtù delle sanzioni contro di lui adottate dalla Casa Bianca, così come il presidente siriano Bashar al Assad, il nordcoreano Kim Jong Un e quello dello Zimbabwe, Robert Mugabe. Sono anche stati congelati tutti i beni del presidente sotto giurisdizione americana e sono vietate transazioni finanziarie con lui da parte dei cittadini statunitensi.
L’Unione europea ha condannato “l’uso eccessivo e sproporzionato della forza da parte delle forze di sicurezza” in Venezuela, ribadendo che “Un’Assemblea costituente, eletta in circostanze incerte e spesso violente non può essere parte della soluzione”.
La Germania ha condannato “l’uso sproporzionato” della forza in Venezuela criticando il clima di violenza in cui si è votato per eleggere l’Assemblea costituente, denunciando che le operazioni di voto si sono svolte “senza le dovute garanzie” democratiche di libertà. Le elezioni sono servite solo a “dividere ancora di più il Paese”. Un Paese che, come vediamo da questa infografica, registra un tasso di disoccupazione quadruplicato in tre anni.
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CUBA CON MADURO CONTRO GLI USA
Il governo di Cuba sta con Maduro e denuncia “l’operazione internazionale contro il Venezuela”, rifiutando le sanzioni “insolite e arbitrarie” adottate dagli Stati Uniti contro il presidente venezuelano, ribadendo la sua solidarietà “incrollabile” al popolo e al governo venezuelano. Cuba ha accusato il governo degli Stati Uniti di imporre contro Maduro sanzioni “insolite ed arbitrarie e che violano il diritto internazionale”. Secondo l’Avana, è stata lanciata “una ben coordinata operazione internazionale”, diretta da Washington e con l’appoggio del segretario generale dell’Osa, Luis Almagro, con l’obiettivo “di far tacere la voce del popolo venezuelano, disconoscere la sua volontà” e “imporre la resa attraverso attacchi e sanzioni economiche”. “Conosciamo bene tutte queste azioni interventiste. Credono che attraverso questo raggiungeranno la sottomissione del popolo a un’opposizione che hanno finanziato e che ora promette di bruciare il Paese”, si legge nella nota cubana. Cuba considera inoltre che “coloro che cercano di rovesciare la rivoluzione bolivariana e chavista attraverso vie violenti, golpiste e incostituzionali avranno una seria responsabilità davanti alla storia”.
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