Al concorso canoro Canta Verona Music Festival una ragazzina di 15 anni italiana, nata in Italia e con genitori originari del Ghana ma nel nostro Paese da 30 anni, non è stata ammessa con la motivazione che non si accettavano stranieri. La notizia, rimbalzata sui social, ha scatenato un coro di polemiche.
Dora B. ha 15 anni e una gran passione per la musica e il canto. Voleva partecipare a una gara canora ma, quando ha contattato l’organizzatore sulla pagina Facebook dell’evento, per avere informazioni, qualcuno le ha scritto che non aveva diritto, poiché ‘straniera’: “Ho la cittadinanza italiana, posso partecipare, no?”, ha insistito la ragazza. “No!!! Italiani si nasce, non si diventa e si nasce da genitori italiani…Io la penso così ed è riservato solo ed esclusivamente a italiani di fatto. Ci sono anche cinesi con cittadinanza italiana, ma non sono italiani di fatto”, è stata invece la risposta dell’organizzazione.
Dopo che la 15enne ha chiesto aiuto al fratello in seguito al brutto episodio di discriminazione subìto, e dopo aver pubblicato su facebook le chat ‘incriminate’, sono arrivate le scuse dell’organizzatore, che, contattato da Repubblica, ha detto di non essere razzista e di aver solo espresso un’opinione politica. “Ho 42 anni, faccio questo mestiere da 24. Non sono razzista, la mia ragazza è straniera e ho amici di ogni nazionalità. Ricevo tanti contatti su Facebook. Ma come faccio a sapere chi c’è dietro quel profilo? Mi rendo conto di aver sbagliato a scrivere quelle cose, ma non sapevo con chi avessi realmente a che fare. Credevo fosse uno scherzo, una provocazione. Comunque, quella è la mia opinione, non credo di aver commesso un reato. E invece qui mi rovino la vita”. E sulla conversazione con il fratello della ragazzina, ha detto: “Mi ha contattato il fratello. Io ho chiesto scusa, più e più volte. Mi sono anche offerto di ospitare la ragazza in qualche evento futuro, perché il Canta Verona non lo faccio più. Le ho anche proposto di cantare dietro compenso. Ma è stato inutile. Il fratello mi ha detto semplicemente: ora ti sputtano”.
Il commento del fratello della ragazzina, ingegnere 24enne nato in Italia: “Ho cercato di fargli capire che il problema non sono le sue opinioni (sui social l’organizzatore non nasconde simpatie a destra, ndr), il problema è scrivere che un concorso è riservato a cittadini italiani e che mia sorella non lo è perché è figlia di genitori non italiani. Quando invece anche loro lo sono. Io ho insistito per le scuse, perché mia sorella stava vivendo la cosa con grande disagio e aveva bisogno di sostegno”. “Lo denuncerò, non per vendetta, ma per una questione morale che va oltre noi. Se non lo facciamo noi, che siamo qui da trent’anni, chi è in Italia da meno farà altrettanto, portando a un circolo omertoso. L’organizzatore si è inventato una sua Costituzione. E gli è andata anche bene, perché se fosse successo a Londra o a Berlino le conseguenze sarebbero state ben diverse”.