Roberto Saviano non è più cittadino onorario di Verona. È stato lo stesso scrittore a renderlo noto tramite un post sui social, con non poca amarezza:
“Cari amici veronesi, da oggi non sono più un vostro concittadino. Nella giornata di ieri il Consiglio comunale della città di Verona – con i voti di Lega e Fratelli d’Italia – ha deciso di revocare la cittadinanza onoraria che mi era stata conferita nel 2008.
Questo provvedimento non riguarda solo me, ma vuole zittire ogni spinta contraria al pensiero unico dei consiglieri di maggioranza e del loro partito. Un’ideologia che vuole ottundere il pensiero critico e mettere al bando ogni ragionamento e proposta su temi controversi. “Non è nostro concittadino chi non la pensa come noi”, ecco cosa vuole dire.“
La decisione è stata presa ieri dal consiglio comunale di Verona. Con 20 sì, 7 no e un astenuto, è stata accolta la proposta presentata un anno fa dal consigliere Alberto Zelger della Lega e sottoscritta da 9 consiglieri, compreso il presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio di Fratelli d’Italia. Quest’ultimo ha dichiarato di aver appoggiato 12 anni fa la concessione della cittadinanza a Saviano, salvo poi in questi anni non esserci stato alcun rapporto con la città oltre che “una escalation imbarazzante, ad una serie di offese senza contraddittorio a più soggetti: non soltanto i politici“.
Le motivazioni della proposta poi diventata effettiva sono che Roberto Saviano non ha mai ringraziato la città di Verona per l’onorificenza né è mai stato interessato a venirla a ritirare di persona. Inoltre, Zelger ha trovato oltraggiose le parole di dura critica, definite addirittura calunniose, nei confronti di Matteo Salvini, così come inaccettabili quelle di elogio del sindaco di Riace e della capitana Carola Rackete, che con la nave Sea-Watch 3 si occupa del salvataggio dei migranti, assolta, secondo il consigliere, per colpa dei limiti della giustizia.
Verona contro Saviano: le critiche alla revoca
Nella seconda parte del suo post, Saviano scrive:
Ma Verona è molto meglio dei guitti che la rappresentano ora in Consiglio comunale: esiste una città che so essere aperta e plurale, contrariamente a come certe amministrazioni si sforzino di rappresentarla. Ed è drammatico che questa delibera arrivi mentre le altre attività del Consiglio – forse prioritarie – sembrano essere bloccate da giorni, e mentre Verona è l’ottavo comune italiano per numero di contagi.
Anche se ufficialmente non sono più un vostro concittadino, continueremo comunque a scambiarci opinioni anche quando non saremo d’accordo, a proporre soluzioni anche quando saranno scomode e a vigilare sull’operato dei nostri amministratori anche quando saremo controcorrente: perché è questo che fanno i cittadini.
Non sono mancate le critiche e i voti contrari da parte dei partiti dell’opposizione del Consiglio comunale, ovvero Pd, M5s e Sinistra in Comune Verona: il consigliere di quest’ultimo, Michele Bertucco, ha definito la decisione come una rappresaglia contro lo scrittore perché in contrasto con le idee di alcuni partiti.
I sindacati fanno sapere che la decisione ferisce i cittadini, Flavio Tosi, ex sindaco di Verona, ha definito la proposta della maggioranza e il conseguente dibattito “di basso livello“, mentre il filosofo Massimo Cacciari non ha risparmiato parole estremamente dure e critiche: “Hanno del tempo da perdere con questi teatrini. Che Dio li perdoni e abbia misericordia del loro cervello, non sanno quello che fanno. È un atto di pura idiozia.”