Il governo sta discutendo intorno alle disposizioni sanitarie in merito al contenimento dell’epidemia da Covid-19: in particolare l’attenzione è rivolta al rinnovo degli obblighi da mantenere a scuola e sui mezzi pubblici.
Nonostante la situazione epidemiologica appaia sotto controllo e maggiormente gestibile, permane l’appello del governo alla prudenza ed alla responsabilità collettiva.
Il 30 settembre scadrà l’obbligo che impone di indossare sui mezzi di trasporto pubblico le mascherine chirurgiche Ffp2 quale principale misura ancora in vigore per il contrasto alla diffusione del Covid-19. Il governo sta in questi giorni affrontando la discussione riguardo il mantenimento della restrizione, ma gli spiragli che anche questa limitazione possa venir meno sono vari.
A cominciare dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, per il quale la pandemia tornerà a farsi sentire in inverno, tuttavia senza quel mordente che ha caratterizzato le scorse ondate. Per tale ragione continuare ad imporre l’uso della mascherina sui mezzi di trasporto appare non necessario all’esponente di Noi con l’Italia di Lupi.
Se così dovesse essere, dal 1° ottobre la Ffp2 non sarà più richiesta per l’accesso su: navi e traghetti interregionali, treni a lunga percorrenza e/o alta velocità, autobus tanto interregionali quanto locali o a noleggio con conducente, scuolabus.
Discorso diverso per il comparto aereo, dove l’uso della mascherina è già stato eliminato da una decisione della Commissione Europea.
Invece la protezione facciale sarà ancora richiesta per poter accedere al sistema sanitario, alle residenze sanitarie assistenziali (RSA), alle strutture riabilitative, per non autosufficienti e per anziani.
Altro settore della società che dovrebbe dire addio alle mascherine chirurgiche è la scuola.
Il provvedimento vive una fase sperimentale si potrebbe affermare: dopo le prime tre settimane di lezione l’esecutivo si riserva una verifica per calcolare il possibile impatto della ritrovata normalità su contagi e diffusione del morbo.
Gli stessi esperti tendono a precisare che il rischio non è tanto connesso alle possibilità di contagio tra i giovani, da sempre i meno esposti alle sferzate più dure della malattia e oltretutto ormai per la stragrande maggioranza vaccinati, bensì per i parenti e conviventi domestici dei ragazzi, i quali invece potrebbe subire maggiormente gli effetti di un possibile contagio.
Quindi avanti con la fine della restrizione, ma mantenendo prudenza nei comportamenti sociali e vigile attenzione da parte degli organi addetti al monitoraggio della diffusione della malattia.
L’obiettivo resta fornire agli studenti un anno scolastico il più vicino possibile alla normalità, tuttavia a decretare la reintroduzione di alcune misure di contenimento saranno innanzitutto i dati sanitari e i potenziali di rischio per tutta la popolazione.
In definitiva dal 1° ottobre, tranne che nei luoghi più strettamente connessi con l’ambito sanitario, si potrebbe tornare ad avere una vita pressoché normale, almeno per quel che riguarda il Covid-19.
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