Non pensa a nulla Max Verstappen alla vigilia della vigilia del fine settimana del Gran Premio di Suzuki, il secondo match point, dopo quello fallito a Singapore, in cui l’olandese può laurearsi per la seconda volta (e di fila) campione del mondo di Formula 1.
“Serve il weekend perfetto”, ha detto alla consueta conferenza stampa prima delle libere del venerdì. Che potrebbe anche non arrivare e trasformarsi in un incubo considerato che il 10 ottobre, dalla Fia, decideranno sul budget cup di Red Bull, la sua scuderia, e Aston Martin. Le sanzioni potranno essere lievi o gravi a seconda di quanto si sia sforato il bilancio, tra gli scenari, però, c’è anche quello che al pilota venga tolto il titolo conquistato lo scorso anno, all’ultimo Gp, contro Lewis Hamilton.
Quanto manca a Verstappen per conquistare il secondo titolo mondiale consecutivo in Formula 1
Otto punti in più di Charles Leclerc e dieci in più di Sergio Perez, suo compagno di scuderia, oppure la vittoria del Gp di Suzuki con il giro veloce, tanto basta a Max Verstappen per vincere il secondo titolo mondiale consecutivo, anche il secondo della sua carriera.
Un’impresa, anche per colui che lo scorso anno nel circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi, nel Gp che chiudeva il Mondiale, è riuscito a strappare lo scettro del campione a chi lo deteneva da sei anni e che aveva (e ha tuttora) il record di titoli vinti, nientepopodimeno che Lewis Hamilton.
“Sarebbe molto bello se accadesse qui”, ha detto il pilota olandese in conferenza stampa. Nessun problema, però, se la pratica venisse rimandata di due settimane, negli Stati Uniti: “Non cambia davvero nulla”, ha continuato. In effetti, più che una questione di punti, quella che separa Verstappen dal sogno, è una questione di tempo. E per arrivarci già in Giappone ha bisogno di “un weekend perfetto”, ma non ci pensa troppo.
Anche se, a guardarlo meglio, mentre parla del circuito gli brillano gli occhi. Un po’ come al “nostro”, concedetecelo, pilota della Ferrari. Lo stesso che potrebbe rimandare la festa, per vivere la sua. Una vittoria in un Gp, in effetti, a Leclerc manca dal 10 luglio, in casa proprio dell’olandese, il giorno in cui la Rossa di Maranello ha sfiorato la doppietta, ma poi la monoposto di Carlos Sainz si è incendiata. E poi, si deve almeno arrivare secondi, no?
La violazione del budget cap non fa dormire sonni tranquilli alla Red Bull
Oltre le corse, oltre la preparazione mentale e fisica, oltre la bandiera a scacchi e lo champagne dei vincitori, ci sono poi i freddi numeri dei bilanci che comunque sono l’olio che fa funzionare tutti gli ingranaggi di una scuderia.
E, nelle ultime ore, quello del budget cap è un problema che la Red Bull non può più ignorare, soprattutto per le ricadute pratiche che potrebbe avere. Non si tratta di altro se non della semplice e delicata violazione dei tetti di spesa, in questo caso riferiti alla stagione 2021. Se ciò davvero dovesse avvenire, potrebbe avere delle conseguenze importanti per il team di Milton Keynes.
Infatti, secondo quanto ha riportato il “Corriere della Sera”, proprio la Red Bull, ma anche la Aston Martin, avrebbero superato il tetto fissato per la scorsa stagione, che ammontava a 145 milioni di dollari. E potrebbero essere dolori per Verstappen che aveva conquistato il titolo e potrebbe pagare le conseguenze di questa violazione.
Se analizziamo le cose in maniera un po’ più profonda e meno allarmista, però, nonostante Mercedes e Ferrari chiedano sanzioni esemplari, vedere il pilota olandese privato del titolo iridato in favore di Lewis Hamilton è comunque uno scenario difficile. La FIA nei prossimi giorni comunicherà i risultati delle sue verifiche e se lo sforamento del tetto sarebbe inferiore al 5% i provvedimenti saranno, da regolamento, di entità lieve.
In caso contrario, la pena potrebbe essere comunque attutita da un’autodenuncia della stessa Red Bull o dalla dimostrazione di essere stati costretti a superare il budget cap. Anche se venisse, invece, comprovata la malafede, le sanzioni andrebbero da una penalità finanziaria, che sarebbe comunque una multa salata, alla decurtazione di punti in classifica per singoli piloti o per la scuderia. È proprio per questo che il titolo di Verstappen potrebbe essere davvero a rischio, ma nei casi precedenti, che riguardavano McLaren e Ferrari, non si era mai arrivati alla punizione diretta per il pilota.
È doveroso ricordare, inoltre, che le punizioni potrebbero riguardare anche tutto il team, limitando ad esempio la possibilità di effettuare test aerodinamici o di altro tipo. Le sanzioni individuali, invece, potrebbero colpire il team principal o un singolo componente del team solo se venisse accertata una sua responsabilità diretta con l’infrazione. La FIA, inoltre, può riservarsi di applicare più sanzioni tutte insieme. Insomma, il ventaglio di possibilità è piuttosto ampio e la Red Bull comunque non sa che destino aspettarsi. L’ipotesi che Verstappen perda il titolo iridato è comunque sul tavolo, ma non può essere l’unica o la più probabile, anzi è l’esatto opposto.