Parte oggi la due giorni di incontri dei Paesi membri a Vilnius. La Nato discute di Cina, dell’adesione della Svezia e dell’Ucraina.
Da un lato la Svezia, che ha ricevuto il via libera da parte dell’unico fino ad ora contrario Erdogan. Dall’altro Zelensky, con Kiev che pressa per l’adesione il più presto possibile e avverte tramite il suo presidente: “Senza l’ingresso dell’Ucraina Mosca non fermerà la guerra”. I paesi del nord firmano una dichiarazione congiunta in favore di Kiev, mentre Erdogan sblocca la Svezia, per iniziare il percorso di occidentalizzazione e tentare anche lui un ingresso importante, quello tanto agognato in Unione Europea. Girandola di incontri per il Presidente turco, che incontra anche Giorgia Meloni. Sul tavolo la questione Cina, mentre Pechino risponde stizzita: “Pensate a come portare pace e stabilità in Europa“.
Tanti i temi sul tavolo tra i capi di stato dei paesi membri della Nato, dai rapporti con la Cina fino a quelli con gli alleati esterni (Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud) che verranno interpellati sempre nell’ambito della sicurezza internazionale. Ma gli argomenti più caldi sono sicuramente l’adesione imminente della Svezia e quella pare ancora rimandata dell’Ucraina.
Rapporti della Cina che, oltre alle questioni Svezia e Ucraina, rappresentano un nodo cruciale per la Nato in questo momento. E’ uno infatti dei motivi principali per cui i capi di stato e di governo di tutti i 31 membri si sono dati appuntamento in Lituania oggi, 11 luglio e domani 12 luglio. Al vertice infatti, per trattare l’argomento Pechino, prenderanno la parola anche i paesi alleati esterni, che potranno dire la loro sulle posizioni della Cina su quanto sta accadendo nel Mare Cinese occidentale e orientale.
Cina che non la manda mai a dire quando i paesi esteri si interessano di quello che accade dalle parti di Pechino. Mao Ning infatti ha già usato parole non certo amichevoli, nei confronti della Nato, spessa invitata dai vertici cinesi – così come le altre organizzazioni internazionali – a farsi per usare un eufemismo i fatti propri: “La Nato si concentri su come svolgere un ruolo costruttivo per la pace e la stabilità dell’Europa e del mondo, piuttosto che esaltare il tema della Cina”.
Per quanto riguarda il capitolo Svezia, in queste ore è arrivata una vera svolta sul fronte dell’adesione, con Erdogan deciso finalmente a dare l’ok per l’adesione del Paese (serve infatti l’unanimità per integrare un nuovo membro). I dissidi tra i due paesi riguardano la questione curda, con la Svezia sempre accusata dal presidente turco di dare rifugio ai suoi nemici, politici, militari e religiosi. Ma pare che Erdogan, fresco di rielezione, si sia deciso a cambiare rotta.
Il suo via libera infatti potrebbe sbloccare l’ingresso, tanto agognato della Turchia nell’Unione Europea, per il quale peso della Svezia risulta fondamentale. Una vera inversione a U quella compiuta da Recep Tayyip Erdogan, che secondo molti segna definitivamente il completamento della sua inclinazione filo-occidentale dalla sua rielezione di maggio. Lo affermano gli analisti, secondo i quali il presidente turco ha messo fine anche a diverse polemiche interne, per dare il consenso allo stato nordico di diventare il 32esimo membro del blocco atlantico.
Gli incontri per Erdogan si sprecheranno nei prossimi giorni in Lituania. Anche la premier Meloni si intratterrà per un colloquio con il leader turco, secondo quanto affermato da Sabah; il quotidiano ha riferito che Erdogan incontrerà anche Emmanuel Macron ed il primo ministro britannico, Rishi Sunak, poi ci sarà il bilaterale molto atteso con Joe Biden e quello con il cancelliere Olaf Scholz e infine Erdogan si tratterrà in privato con Kyriakos Mitsotakis.
Sullo sblocco da parte della Turchia, e l’ingresso di un altro paese nordico come la Svezia coinvolto nel patto Nato dopo il recente ingresso della Finlandia (che confina con la Russia), è intervenuto Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri ha riferito al Nato Public Forum a Vilnius di essere soddisfatto della decisione turca, che con questo voto a favore avrebbe lanciato un “messaggio importante”. Il fatto di avere anche la Svezia, oltre alla Finlandia dice il coordinatore di Forza Italia, “non più come osservatori ma come parte della nostra organizzazione politica e militare, anche con l’accordo di Ankara, questo è un punto politico molto, molto importante”.
Per quanto riguarda l’Ucraina invece, e le garanzie di sicurezza chieste da Zelensky, ci ha pensato il cancelliere tedesco a rispondere al presidente ucraino. Scholz ha detto infatti che sarà il G7 a dare garanzie a Kiev, che al momento non pare aver ricevuto grande gradimento per un imminente via libera per l’ingresso nella Nato. L’impressione, forte, è che si voglia attendere fino alla fine del conflitto per poi decidere sull’adesione con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che prima dell’inizio del vertice della Nato a Vilnius ha proposto di annullare il piano d’azione dell’Ucraina per l’adesione all’Alleanza, che le consentirebbe poi di andare ad abbreviare il processo di adesione.
Su questo punto lo stesso Zelensky preme molto, così come tanti cittadini ucraini e i vertici del paese invaso. Di recente il presidente ha affermato che se l’Ucraina non entrerà nella Nato, Mosca non porrà fine alla guerra.
Le risposte di Mosca sono arrivate, con toni come sempre minacciosi, invece all’ingresso ormai alle porte della Svezia. Secondo Dmitry Peskov, non nuovo a intimidazioni diplomatiche infatti, l’ingresso avrebbe un impatto: “Negativo per la sicurezza della Russia”. Mosca, tramite lo speaker Peskov, si è espressa anche sull’accelerazione eventuale dell’ingresso di Kiev, parlando ancora di pericoli “per la sicurezza dell’Europa”.
Importante è anche sottolineare come i due nuovi membri, Svezia e Finlandia, abbiano già preso le parti di Kiev per quanto concerne l’ingresso anticipato nell’alleanza. In queste ore i ministri dei Paesi nordici all’unisono infatti, nello specifico Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia e Svezia hanno firmato una dichiarazione congiunta per invitare la Nato in maniera ufficiale a sostenere concretamente il passaggio di integrazione di Kiev. Nella nota si legge: “Non possiamo attendere e lasciare che la Russia raccolta i frutti della sua aggressione. Il futuro dell’Ucraina è nella famiglia euro-atlantica, e l’Unione europea lo ha confermato concedendo all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione all’Ue. Siamo impegnati nel continuo rafforzamento delle capacità di autodifesa dell’Ucraina”.
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