Il tutto sarà discusso a Madrid il 29 e 30 giugno nell’incontro tra i 30 paesi che compongono la NATO, l’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina datata 24 febbraio 2022, la componente militare dell’Alleanza Atlantica vuole prendere importanti contromisure che ne rafforzino potere deterrente e di fuoco.
Il vertice NATO di Madrid
Secondo le indiscrezioni, all’incontro tra i leader dei paesi membri del patto, in programma per fine giugno, saranno molte le novità all’ordine del giorno.
Innanzitutto si prevede un cospicuo aumento degli effettivi sotto le dipendenze dell’alleanza nata nel 1949 per contenere l’espansionismo sovietico in Europa dopo il secondo conflitto mondiale.
Gli attuali 40 mila soldati alle dipendenze di Washington e partners dovrebbero essere portati a 240 mila, segnando un aumento del 600%. Tale incremento riguarderebbe i cinque principali ambiti della difesa: terra, acqua, aria, spazio e cyber.
Inoltre importanti discussioni saranno avviate sui temi della protezione dal soft power avversario, ossia: disinformazione, minacce economiche e pressioni diplomatiche.
Spazio anche ad una nuova dottrina militare fondata sulla deterrenza attiva, per la quale equipaggiamenti e macchinari bellici saranno installati permanentemente in luoghi strategici con la doppia funzione di preservare tali punti rilevanti in caso di avanzata nemica scoraggiando al contempo la stessa proprio per il pre-posizionamento di tali strumenti.
Flessibilità e prontezza le parole chiave
A livello di tattica militare i cambiamenti dovrebbero essere altrettanto profondi. La NATO vorrebbe abbandonare lo stanziamento di truppe fisse e permanenti sul terreno in favore di squadre in rotazione e mobili. Il tutto per garantire flessibilità e prontezza delle milizie da impiegare in caso di necessità.
Più nello specifico si vorrebbe prendere a modello il dispiegamento di forze tedesco presente in Lituana. La squadra non resterebbe fissa nel quartier generale, sarebbe divisa in gruppi di pattugliamento a cui è assegnata in anticipo una zona di competenza e a ciascun manipolo creato sarebbe dato un livello di prontezza d’intervento secondo vari scaglioni tarati sul tempo per raggiungere i luoghi tatticamente rilevanti per la difesa (nei quali, come detto in precedenza, sarebbero già state poste le armi ed i vari strumenti da battaglia).
Nonostante tutto, resta il nodo economico da sciogliere. Com’è noto molti stati membri sono renitenti nel portare il proprio budget di difesa nazionale al 2% del PIL, come richiesto dagli accordi dell’Alleanza Atlantica.
Oltre a questo, al fine di rendere possibili le novità strutturali qui in esame, il Comando militare vorrebbe raddoppiare il fondo comune NATO, passando dallo 0,2% allo 0,4% del bilancio nazionale di ogni stato membro.
Si prevedono malumori tanto a livello governativo che di opinione pubblica che potrebbero pregiudicare l’ammodernamento indicato, per questo il vertice di Madrid è tanto atteso e potrebbe riservare molte sorprese.