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L’ultimo grido in fatto di fashion? La spazzatura. Negli ultimi giorni, nei blog di settore come nei grandi quotidiani on line, non si fa che parlare di Ricia Juanpaolo, designer di origine filippina che è riuscita a creare degli abiti assolutamente trendy utilizzando rifiuti. Ci sembra di vedervi, voi lettrici abituate agli abiti scintillanti delle grandi firme che ammirate nelle sfilate milanesi o parigine, mentre arricciate il naso all’idea di vestirvi con materiali destinati a finire nel bidone della spazzatura, eppure la moda green è sempre più scelta anche dalle grandi star del mondo dello spettacolo, e chissà che da Manila non possa partire una rivoluzione che riesca ad abbinare eleganza e sostenibilità ambientale una volta per tutte.
Certo non si vedono tutti i giorni abiti confezionati con tappi di bottiglia e bustine di shampoo, ma se come cantava De Andrè dal letame nascono i fior, allora non bisogna stupirsi se dalla spazzatura possano venir fuori costumi elaborati e vestiti dai colori scintillanti, senza che ciò possa sembrare un pugno nell’occhio anche per i palati più esigenti in fatto di moda. E come dimostra il video diffuso in Rete negli ultimi giorni, le creazioni di Ricia Juanpaolo potrebbero far cambiare idea ai molti scettici, un esempio di riciclo fantasioso ed efficiente al tempo stesso, in cui non è secondario ovviamente il talento della stilista.
‘Molti non riescono a credere che si possano tirar fuori cose del genere dalla spazzatura. Ma io vado avanti con il mio lavoro e non mi arrendo. È l’unico modo per farli ricredere‘, spiega Ricia ai media che l’hanno intervistata, trasformandola in una star del web e in una beniamina degli ambientalisti di tutto il globo. A lei sono bastate una cucitrice e un paio di forbici, oltre che una fervida creatività e un’indubbia abilità manuale, per realizzare capi d’abbigliamento di questa fattura. Verrebbe da dire con un po’ di ironia che se fossero tutti come lei forse avremmo già risolto il problema dello smaltimento delle ecoballe in Campania, ma che resti un’iniziativa isolata, o sia da fonte di ispirazione per altri stilisti e marchi di moda più rinomati, la sua idea di creare vestiti con rifiuti merita solo elogi.