Il piccolo Matias, 10 anni, venne ucciso dal padre, Mirko Tomkow, che lo attese a casa della madre, al rientro da scuola.
A scoprire il corpicino senza vita del piccolo Matias – qualche ora dopo il delitto – fu proprio la madre.
Tomkow aveva un divieto di avvicinamento verso la famiglia, per maltrattamenti precedenti.
Quello del piccolo Matias Tomkow, 10 anni, sarà certamente ricordato come uno dei delitti più efferati degli ultimi anni.
Era il 16 novembre dello scorso anno, quando il bambino, rientrato a casa della madre a Vetralla, dopo la scuola, venne sorpreso e ucciso dal padre, Mirko Tomkow.
L’uomo lo colpì con tre coltellate, una delle quali profondissima alla gola, e poi gli mise del nastro adesivo su bocca e naso per impedirgli di respirare.
Un racconto dell’orrore quello degli ultimi minuti di vita del piccolo Matias, che è arrivato nell’aula del tribunale di Viterbo, dove si dovrà decidere la sorte penale del papà della vittima.
Il medico legale, Benedetta Baldari, ha riferito in aula:
«Ho esaminato il corpo del bambino: aveva del nastro su naso e bocca e la lama del coltello completamente affondata nella gola».
Il bambino venne colpito con tre coltellate, una all’addome, e poi lasciato morire, soffocato con il nastro adesivo.
A trovare il corpicino senza vita del piccolo Matias, straziato dalla rabbia ceca del suo assassino, fu la madre, che rientrata a casa poco dopo le 15, si trovò di fronte all’orrore.
Il cadavere era stato posto dall’assassino nel cassettone del letto matrimoniale.
Al termine di due ore di requisitoria, la Corte d’Assise di Viterbo ha chiesto e ottenuto una condanna all’ergastolo per Mirko Tomkow, che non ha mai fornito ‘spiegazioni’ per il grave reato di cui si è macchiato.
Mentre il bambino moriva, il padre, ex manovale di origini polacche, si trovava in un’altra stanza della casa, dove fu poi ritrovato in uno stato di semi-incoscienza, tanto da rendere necessario il ricovero in codice rosso.
Mirko Tomkow aveva un divieto di avvicinamento nei confronti della famiglia, per percosse e maltrattamenti.
Questo non era bastato a fermarlo e la mattina del 16 novembre era riuscito a mettere in atto il suo folle piano.
Non è escluso che l’uomo volesse uccidere anche la sua ex compagna, nonché madre del piccolo Matias, che quel giorno non era in casa.
Mirko Tomkow è stato ritenuto in grado di intendere e di volere, nella sua lucida follia.
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