È arrivato il via libera definitivo all’assegnano universale per i figli. Con 227 sì, nessun no e 4 astenuti, questo diventerà lo strumento unico per il sostegno della natalità e delle famiglie. Nella giornata di ieri, martedì 30 marzo, il Senato ha dato così l’ok unanime al dl delega, licenziato quasi un anno fa dalla Camera.
A questo punto mancano solo i decreti attuativi, che serviranno a far scattare l’assegno, fino a 250 euro al mese, per figlio dal primo luglio 2021. Questo rappresenta un “passo storico” per il nostro Paese. Il Governo si impegna ad attuare la delega in breve tempo. A dichiararlo in aula è Elena Bonetti, ministro della Famiglia. Il ministro, inoltre, ha sottolineato che il via libera all’assegno universale per i figli segna “un giorno buono per l’Italia, di un tempo nuovo e della ripartenza”.
Come funzionerà l’assegno universale per i figli
L’assegno unico diventa così un aiuto rivolto a tutte le famiglie. Infatti, arriverà anche ad autonomi e incapienti, da oggi esclusi dai principali sostegni ai nuclei familiari. Secondo quanto emerso, l’assegno scatterà a partire dal settimo mese di gravidanza e sarà riscosso sotto forma di assegno o di credito di imposta. Questo sarà modulato in base all’Isee. A stabilire ulteriori dettagli saranno i nuovi decreti attuati, su cui il ministro Bonetti è già al lavoro.
La delega, secondo quanto emerso, impone che l’assegno venga diviso in parti uguali tra i genitori. Inoltre, prevede una maggiorazione, dal 30 al 50%, a partire dal secondo figlio in caso di figli disabili. Inoltre, l’aiuto economico arriverà fino ai 18 anni, erogato nei confronti dei genitori. Ma, a partire dalla maggiore età, fino ai 21 anni, l’assegno andrà direttamente ai figli. Questo sarà un passaggio che avverrà su “richiesta”, per poterne garantire l’autonomia. Questo tipo di sostegno, inoltre, dopo la maggiore età, riguarderà solo i giovani che studiano, lavorano o fanno un tirocinio.
Il Governo, per finanziare questa riforma, ha stanziato i primi 3 miliardi per il 2021. Questi si sommano ai circa 15 miliardi dedicati ad altri 8 strumenti, come il bonus nascita e bebè, che verranno “eliminati”.