Ignazio La Russa si scusa per le sue parole sull’attentato di via Rasella. Il presidente del Senato: “Ho sbagliato a non dire soldati nazisti”.
Ritorna sui suoi passi, parzialmente, Ignazio La Russa dopo le parole sull’attentato di via Rasella. Il presidente del Senato si scusa per non aver sottolineato che i soldati uccisi erano nazisti. Aspre polemiche da parte della segretaria del Pd e dell’Anpi, che chiede le dimissioni di La Russa e promette un enorme corteo il 25 aprile alla Garbatella, quartiere antifascista della Capitale.
Siamo già in clima 25 aprile. Il governo più a destra della storia della Repubblica inizia con le solite provocazioni ai partigiani a poche settimane dall’anniversario della liberazione antifascista. Ci aveva pensato già Giorgia Meloni, in occasione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
In suo soccorso era arrivato ovviamente Ignazio La Russa – che il busto del duce lo ha ricevuto dal papà in regalo, e che adesso lo ha consegnato alla sorella per chiudere il quadretto familiare. Il presidente del Senato, per il quale ovviamente il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani ha chiesto le dimissioni per “inadeguatezza del suo ruolo”, nella giornata di ieri aveva parlato con la solita semplificazione di uno degli argomenti più delicati della storia della resistenza.
Il sempre preso di mira attento di via Rasella, da chi proprio i partigiani non riesce a farseli stare simpatici, è finito nel mirino di La Russa, che aveva detto intervistato in trasmissione a Libero: “Sapevano quello che ne sarebbe derivato. Non è una pagina nobile della resistenza. Quelli che vennero uccisi erano altoatesini, una banda di semi pensionati“.
Nella giornata di oggi sono arrivate le scuse, dopo le grandi polemiche da parte dell’opposizione e dell’Anpi: “Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo“.
Ancora via Rasella, come ogni anno. Evidentemente l’attentato organizzato dai ragazzi del GAP è destinato da una parte della narrazione politica del nostro paese ad essere screditato. E’ ormai infatti l’ultimo baluardo delle antipatie nei confronti della resistenza, dei partigiani, dei comunisti che lottarono contro i nazi-fascisti durante la seconda guerra mondiale.
Figurarsi se anche questa volta potevano mancare le provocazioni. Prima della premier Giorgia Meloni, poi del presidente del Senato. Ignazio La Russa infatti ha messo il dito nella piaga per alimentare le varie false credenze sull’attentato di via Rasella, ricevendo grandi critiche che hanno portato alle scuse di oggi.
Un clima con il quale il governo, di centrodestra, si avvicina al 25 aprile che non promette certo fiori ai piedi delle statue dei partigiani.
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