Viaggiare coi bambini a bordo senza preoccupazioni? Si può, anzi si deve. Tutti vogliamo che la vacanza sia un periodo piacevole. Ma la spensieratezza non deve avere posto in un’automobile. E’ necessario prepararsi bene e fare le cose giuste al momento giusto. In una parola, pensare. Usare il cervello è faticoso, per alcuni più di altri. Ma per strada essere “easy”, come piace tanto alle persone superficiali, può diventare pericoloso. Molto. Quando si è genitori, il primo dovere è la responsabilità verso i propri figli. Che non significa comprare loro gli ultimi giocattoli alla moda; vuol dire soprattutto provvedere alla loro sicurezza. L’alternativa? Un bel funerale, le parole inutili del prete, gli applausi alla bara bianca, le frasi fatte sui media, “la tragica fatalità”, “il destino”, quattro fiori sul ciglio della strada. Poi tutto come prima, fino alla prossima bara bianca. Esagerazioni? Date un’occhiata a questi numeri.
Nel 2014, secondo gli ultimi dati disponibili elaborati dall’Istat, 38 bambini fino a 9 anni di età sono morti in seguito ad incidenti stradali in Italia. Di questi, 27 erano passeggeri in un veicolo. Se poi vogliamo tornare indietro fino al 2001, in questo lungo periodo sono morti in media 51 bambini all’anno, 33 dei quali come passeggeri. Su milioni di persone in movimento, si tratta di “percentuali irrilevanti”. Però sono 456 persone che non hanno potuto nemmeno affacciarsi alla vita; un attimo prima erano in un’auto, subito dopo sono state spazzate via. Provate a dire in faccia ai loro genitori o parenti sopravvissuti che si trattava di “percentuali irrilevanti”.
Il rischio zero non esiste. Però prendere le dovute precauzioni lo riduce a livelli molto minimi. Fare la cosa giusta è la differenza tra un bambino morto e uno vivo, tra paralizzato e solo ferito temporaneo, tra ferito leggero e illeso. Fare la cosa giusta oggi non è difficile, né particolarmente costoso. La tecnologia e i progressi industriali ci vengono in aiuto. Approfittiamone. Seguite questi consigli per evitare problemi quando si viaggia in auto coi bambini, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, ma anche della comodità. Consigli non certo inventati dal sottoscritto o dal primo sconosciuto che chiacchiera al bar o sui social network, ma raccolti da esperti del settore. Alcuni di questi potrebbero sembrare banali; ma se sono così ovvi, come si spiega quell’elenco di morti?
AUTO SICURA, VIAGGIO SICURO
Le automobili non sono tutte uguali, anche se si somigliano tra loro. Prima del viaggio, arriva l’acquisto. Quando si hanno dei bambini, la loro sicurezza deve andare al primo posto. L’auto deve essere adatta a trasportarli in modo adeguato. Se non lo è, cambiatela. Se non avete abbastanza soldi, provate un usato recente garantito; se ancora non ce la fate, valutate l’uso dei mezzi pubblici (gli incidenti ferroviari o aerei non accadono tutti i giorni, la loro sicurezza resta comunque largamente superiore a quella del trasporto stradale). Se proprio non vi fidate o la vostra destinazione non è servita in modo decente, riposatevi a casa. Non è obbligatorio viaggiare. E’ invece mortalmente stupido farlo in modo pericoloso.
Potendo acquistare l’auto, va considerata la sua capacità specifica nel fornire un’adeguata protezione ai bambini in caso di incidente. Il tipo di carrozzeria conta poco. Per questo aspetto non è decisivo che si tratti di Suv, station wagon, monovolume o berlina. Il grado di sicurezza per i bambini in un’auto è misurato da test specifici. Una fonte attendibile è l’ente EuroNcap. Si tratta dell’organizzazione che esegue tutti i crash test sui veicoli venduti in Europa. Potete consultare il sito web www.euroncap.com e selezionare il modello che vorreste comprare, guardando il voto in percentuale (più è alto, maggiore è la sicurezza) sulla sezione protezione bambini; c’è anche una graduatoria delle migliori auto familiari, quelle che hanno i voti più alti proprio in questi test. La valutazione complessiva è espressa in stelle, cinque è il voto massimo.
Ma anche l’auto più sicura diventa pericolosa se si trascura la manutenzione. Recenti controlli della Polizia stradale nelle maggiori regioni del nord hanno accertato che il 20% dei veicoli fermati circolava con gomme lisce, cioè con lo spessore del battistrada sotto il minimo di legge. Purtroppo, parafrasando Manzoni, uno il cervello non se lo può dare. Chi invece lo ha e lo usa, può dare un’occhiata a questo link per rinfrescarsi la memoria sui controlli da eseguire prima di un viaggio.
BAMBINO IN BRACCIO? TANTO VALE SPARARGLI
La maggior parte dei genitori ama i propri bambini, darebbe la vita per loro. Tuttavia troppi genitori appena salgono in auto mettono i propri figli in condizione di essere uccisi. Dopo più di un secolo esistono ancora un’ignoranza e una superficialità nell’uso dell’automobile veramente sbalorditive. Alzi la mano chi non ha mai visto la scena della madre seduta in auto col bambino in braccio; chi dice di no, vive in un altro pianeta oppure non alza mai gli occhi dallo smartphone o è semplicemente bugiardo.
Perché tengono il bambino in braccio? Risposta più comune: “Perché così non piange“. Perfetto: care madri (e padri che glielo permettono), quando vostro figlio morirà schiacciato dal vostro stesso peso, non piangerà mai più.
“Quante storie, tanto lo tengo fermo io con le braccia“. Davvero? Ogni volta che l’auto frena, tutto il suo peso, quello dei suoi occupanti e degli oggetti trasportati viene spostato in avanti. Maggiore è la velocità al momento della frenata o dell’urto frontale contro un ostacolo o un altro veicolo, maggiore sarà la forza con cui tutto viene spostato in avanti.
Senza entrare in calcoli complicati, in un incidente frontale a 50 Km/h (contro un muro o contro un’altra auto di pari velocità e massa, è la stessa cosa), una persona adulta di 70 Kg spinta in avanti a quella velocità è come se pesasse circa 3,5 tonnellate; ammettiamo che la madre sia leggera, 60 Kg, allora si trasforma in un camioncino di 3 tonnellate. Chi ha la forza di trattenere con le proprie braccia un camion? Superman, Hulk, La Cosa e pochi altri supereroi immaginari. Non certo una madre di famiglia, ma neanche il campione del mondo dei pesi massimi.
Di conseguenza il bambino in braccio, ipotizzando un anno di età e quindi circa 10 Kg di peso, si sfracellerebbe contro la plancia con la violenza di circa 500 Kg, un piccolo elefante. Con quali conseguenze, è facile immaginare. Molto peggio nel caso più comune, quello del bambino in braccio e della madre che non allaccia la cintura di sicurezza, “perchè tanto andiamo piano, e poi che scocciatura, si rovina il vestito“. In questo caso il povero bambino diventerebbe una frittella al sangue, perché il peso con cui si sfracellerebbe sarebbe dei suoi 500 Kg più i 3.000 della madre: tre tonnellate e mezzo. Senza cintura diventa inutile anche l’airbag, che soffocherebbe il bambino prima dello sfracellamento. Ucciderlo sparandogli lo farebbe soffrire meno. Chiara l’idea?
Infine: anche gli oggetti caricati in auto possono diventare proiettili se non sono bene ancorati. Leggete a questo link come caricare l’auto in sicurezza.
IL SEGGIOLINO NON E’ UN GIOCATTOLO
L’unico modo sicuro e legale per trasportare un bambino in auto è legarlo correttamente ad un apposito seggiolino omologato. Compratelo in un serio negozio di ricambi, se nuovo; anche se lo prendete usato, dovete controllare la presenza dell’apposita etichetta di omologazione. La normativa europea più recente si chiama UN R129, chiamata anche i-Size. Seggiolini meno nuovi possono seguire la normativa ECE R44/04, ancora valida. La prima norma è più evoluta e tiene conto dell’altezza, la seconda del peso; inoltre i nuovi seggiolini che rispettano lo standard i-Size offrono una migliore protezione anche contro gli urti laterali. Richiedono però obbligatoriamente gli attacchi Isofix. Dovendo comprarlo nuovo, sceglietene uno i-Size.
Indipendentemente dalla sigla, non si può usare sempre lo stesso seggiolino. Questo va sostituito al crescere del bambino. Comprate un telefonino in meno e un seggiolino in più. Secondo la norma più recente, è obbligatorio installare il seggiolino nel senso contrario alla marcia fino all’età di 15 mesi. Ad ogni modo, è consigliabile mantenere questa posizione almeno fino a 4 anni. Infatti in questo modo l’energia di un urto frontale verrebbe scaricata sullo schienale del seggiolino invece che sul debole collo del bambino. Se collocato sul sedile anteriore, si deve obbligatoriamente disattivare l’airbag. Per installare il seggiolino ed ancorare correttamente il bambino, seguire alla lettera le istruzioni del produttore del seggolino e del costruttore dell’auto.
Omologazione a parte, la legge obbliga i bambini a viaggiare ancorati ad un seggiolino fino a quando non raggiungono l’altezza di 1,5 metri.
FERMARSI FA BENE
In un viaggio lungo una sosta ogni tanto per combattere la stanchezza è necessaria non solo al guidatore, ma anche ai passeggeri più piccoli. Mai fermarsi ai bordi della strada o sulla corsia d’emergenza in autostrada, nemmeno sulle piazzole dell’Sos. E’ pericolosissimo. Arrivate ad un’area di servizio o ad un’apposita area di parcheggio. Qui si potrà approfittare per combattere la noia del bambino, fargli sgranchire le gambe, dargli uno spuntino leggero, accompagnarlo in bagno o, se più piccolo, cambiare il pannolino o provvedere all’allattamento. Sempre a proposito di spuntini, è molto utile portare un apposito thermos nel bagagliaio, collegato alla presa da 12 volt e correttamente ancorato con un cavo ad un apposito gancio.
MAL D’AUTO, SI PUO’ COMBATTERE
Se il piccolo soffre il mal d’auto, valgono più o meno gli stessi consigli utili agli adulti. Non partire a stomaco vuoto ma nemmeno troppo pieno, pasti leggeri. Evitare liquidi troppo acidi e gassati. Fermarsi e scendere ogni due o tre ore, perché prendere aria calma il senso di nausea; piccoli spuntini a base di biscotti secchi. L’ideale sarebbe farlo dormire, in questo modo i sintomi della nausea passerebbero. Se non dorme, distrarlo parlandogli o facendolo giocare.