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Viaggiare da soli con un minore presenta dei lati positivi ma anche qualche lato negativo. Chi si ritrova di fronte a questa necessità per questioni prettamente familiari o per puro caso deve affrontare determinate scelte che mettono a dura prova anche gli animi più risoluti. Fortunatamente però lo spirito del viaggiatore prevale (quasi) sempre e l’abitudine a viaggiare coinvolge ed entusiasma gli animi anche dei piccoli di casa rendendoli parte integrante del viaggio.
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Partiamo innanzitutto dalla tipologia di minore che ci accompagna in questo viaggio e anche dalla meta che si vuole raggiungere. Sicuramente se si viaggia con neonati c’è la necessità di mettere in conto il fatto che dipendano completamente da noi e che i voli intercontinentali con scali, per fare un esempio, sono veramente stancanti per l’adulto ma passano in qualche modo per il minore di turno. L’epilogo è quello classico: a fine viaggio voi sarete stracotti e vostro figlio sarà fresco e attivo come un fringuello. Se viaggiate con un bambino dai 2 ai 5 anni dovrete tener conto dei capricci, che verranno fatti in tutti i laghi e in tutti i luoghi, senza se e senza ma, e ciò significa che si verificheranno anche quando insulterete la hostess al desk degli arrivi nel vostro inglese scolastico perché lo zaino da viaggio di 40 litri con dentro tutti i vostri indumenti e quelli di vostro figlio non è ancora arrivato sul nastro dei bagagli.
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Il comune denominatore di tutti questi viaggi di un genitore solo con un minore è forse il peso della responsabilità. Siamo noi gli adulti in questione e quindi se succede qualsiasi cosa, dalla banale perdita di un peluche a un incidente vero e proprio, saremo noi gli unici responsabili della situazione, coloro che dovranno sbrogliare la matassa e avere il sangue freddo di gestire gli inconvenienti. Tutti. Forse questo è l’unico contro di tutta la tematica, ovvero la paura che succeda qualcosa di grave e che siamo noi gli unici responsabili del nostro destino e ancor di più di quel piccolo essere che abbiamo messo al mondo. Questa paura a volte paralizza, inganna e crea delle false illusioni, come ad esempio la convinzione che non viaggiando gli incidenti non capiteranno mai.
La vera bellezza di viaggiare con i bambini piccoli è vedere il mondo attraverso i loro occhi, motivo per cui la Torre Eiffel diventa un grande dinosauro, per le strade di Londra si va alla ricerca di Mary Poppins e l’opera house di Sidney sembra un grande mostro che esce dal mare. Durante i viaggi a due adulto+bambino si scopre una complicità che nella vita di tutti i giorni non si riesce ad avere, per via degli impegni quotidiani, dello stress, dei ritmi serrati. E anche i capricci diventano più gestibili o in qualche modo si riesce a indirizzarli verso nuove scoperte. Tra le difficoltà c’è quella di dover portare tutti i bagagli da soli e di non avere mai un momento di relax puro per cui al ritorno bisognerebbe fare una vacanza dalla vacanza. Dimenticate di sdraiarvi beati al sole mentre bevete un cocktail sulla spiaggia di Copacabana o di fare delle immersioni nelle acque limpide della barriera corallina a Sharm el Sheik o di fare un’escursione notturna nella foresta Amazzonica. I viaggi che organizzerete dovranno comunque essere a misura di bambino e quindi questo significherà anche fare e disfare castelli di sabbia anche per 3 ore di fila, anche se sarete alle Maldive, ritirarvi presto la sera in albergo senza nessuna passeggiata dopocena o rinunciare a quel tour dei fiordi norvegesi dai ritmi troppo incalzanti.
Una delle gioie però di organizzare un viaggio con un minore è che potete sbizzarrirvi a decidere tutto voi: la destinazione, la tipologia di viaggio, l’itinerario, la data, l’alloggio, gli spostamenti, senza dover rendere conto a nessuno ma con la garanzia di avere come compagno di viaggio un piccolo esploratore che renderà entusiasmante ogni giornata con la sua curiosità. E i ricordi diventeranno indelebili e bellissimi come la consapevolezza che il piccolo di casa diventi a sua volta un adulto a cui piace viaggiare.
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