Tra i Patrimoni Unesco di Padova si trovano due opere di inestimabile valore artistico e culturale: l’Orto Botanico e il Ciclo d’affreschi del Trecento di cui fa parte la Cappella degli Scrovegni.
Un detto popolare recita “Venezia la bella, Padova sua sorella”. E non c’è da stupirsene vista la grande quantità di meraviglie artistiche e culturali che custodisce. Già nel ‘300, Padova era una delle più importanti capitali della cultura di tutto il mondo occidentale: non a caso risalgono a questo periodo i celebri affreschi della Cappella degli Scrovegni di Giotto, pietra miliare del Trecento padovano e di recente Patrimonio Unesco.
Per un viaggio culturale in questa bellissima città, ecco un breve itinerario alla scoperta dei Patrimoni Unesco di Padova.
Patrimoni Unesco di Padova: l’Orto Botanico
Proprio grazie a questa chicca nel cuore della città, Padova nel 1997 entra a far parte del Patrimonio dell’Umanità.
L’Orto Botanico inizia la sua storia nel 1545 ed è tra i più antichi al mondo. Quest’orto universitario nasce con l’obiettivo di far studiare dettagliatamente agli studenti le piante qui ospitate che, con il passare del tempo, sono diventate sempre più numerose e appartenenti a varie parti del mondo. Oggi l’Orto Botanico ospita circa 6.000 specie di piante e alberi tra cui la Palma di San Pietro, chiamata anche di Goethe: questa palma infatti venne scovata e descritta dallo scrittore e studioso tedesco, che proprio qui ebbe una grande intuizione sul processo di evoluzione delle piante.
Dal 1835 l’Orto Botanico di Padova ha anche una Biblioteca Naturalistica tutta sua. Si tratta di una collezione di libri antichi e più recenti, erbari e manoscritti che fanno di questo posto la biblioteca più fornita al mondo dove venire a studiare o leggere per semplice curiosità. Infine, è esattamente da questo orto, dall’architettura rinascimentale, che hanno preso ispirazione altri giardini e orti botanici d’Italia.
Patrimoni Unesco di Padova: il ciclo degli affreschi trecenteschi
Nel recente 2021, all’Orto Botanico, si aggiungono finalmente anche gli affreschi del Trecento (ritenuti di inestimabile valore universale) della famosissima Cappella degli Scrovegni, Palazzo della Regione, Basilica di Sant’Antonio, della Reggia dei Carraresi, della Chiesa degli Eremitani, del Battistero del Duomo e degli oratori di San Giorgio e San Michele.
La Cappella degli Scrovegni
La Cappella degli Scrovegni di Padova è famosa in tutto il mondo, anche da prima del suo ingresso tra i siti Unesco, grazie ai meravigliosi affreschi realizzati da Giotto, capolavori assoluti.
Il ciclo d’affreschi ripercorre storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che mostrano i vizi e le virtù e raccontano la storia della salvezza, quella della vita della Vergine e di Cristo e quella del Giudizio Universale, rappresentato in modo maestoso su un’intera parete.
A completare la bellezza dell’opera, il soffitto a volta completamente blu: un manto stellato che racchiude all’interno di tondi le figure di Maria, di Cristo e dei Profeti.
Gli altri affreschi del ciclo
Tra gli altri sette affreschi trecenteschi entrati a far parte del Patrimonio dell’Umanità troviamo anche:
- gli affreschi della Chiesa degli Eremitani, recuperati parzialmente in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, opera di Giusto de Menabuoi, Guariento di Arpo e Altichiero da Zevio;
- gli affreschi del Palazzo della Regione, originariamente opera di Giotto, ma andati distrutti a seguito di un incendio e interamente rifatti da altri artisti tra cui Nicolo Miretto e Stefano da Ferrara;
- gli affreschi del Battistero del Duomo, per opera di Giusto de Menabuoi;
- gli affreschi della Reggia dei Carraresi, all’interno della Cappella di famiglia realizzati da Guariento di Arpo;
- gli affreschi della Cappella delle Benedizioni, la Madonna Mora e la Sala Capitolare del Convento della Basilica di Sant’Antonio, realizzati da Giotto;
- gli affreschi dell’intero Oratorio di San Giorgio, realizzati da Altichiero da Zevio;
- gli affreschi dell’Oratorio di San Michele, opera di Jacopo da Verona.